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Ebony Kinch davanti al Woodhull hospital di Brooklyn, 7 aprile 2020. Kinch porta da mangiare ai pazienti dell’ospedale. (Gaia Squarci)
Il tendone dove si effettuano i test per il covid-19 al Woodhull hospital di Brooklyn, 25 aprile 2020. (Gaia Squarci)
Le mani con i guanti di un uomo che è uscito di casa per la prima volta dopo 45 giorni, vicino al Woodhull hospital di Brooklyn, 25 aprile 2020. (Gaia Squarci)
Un impiegato delle pompe funebri aspetta di mettere dei fiori nel retro di un’auto della famiglia di una vittima di covid-19 a Crown Heights, Brooklyn, 4 maggio 2020. (Gaia Squarci)
Finestre dell’Elmhurst hospital, Queens, 13 maggio 2020. (Gaia Squarci)
Theodore, East river park, Manhattan, 4 maggio 2020. (Gaia Squarci)
Una grigliata caraibica davanti al Woodhull hospital di Brooklyn, 25 aprile 2020. (Gaia Squarci)
Un uomo davanti a un negozio di fiori chiuso, davanti al Woodhull hospital di Brooklyn, 25 aprile 2020. (Gaia Squarci)
Sindhuri Prakash-Polet, medico residente in medicina interna al Mount Sinai hospital, fotografata a East river park, Manhattan, 4 maggio 2020. (Gaia Squarci)
Celerino Rodriguez, messicano, davanti all’ospedale Elmhurst, Queens, 13 maggio 2020. Rodriguez vive in un’istituzione non lontano dall’ospedale, e dice di essersi ammalato di covid-19 proprio lì, ma non ha cercato l’aiuto di nessuno e fortunatamente è riuscito a guarire da solo. (Gaia Squarci)
La stazione della metropolitana di Fulton, normalmente una delle più frequentate di Manhattan, 11 aprile 2020. Questa foto è stata realizzata con il supporto dell’International center of photography. (Gaia Squarci)
Michael Keleos, assistente sanitario presso una clinica, torna a casa in metropolitana dopo una giornata di lavoro, Manhattan, 12 maggio 2020. (Gaia Squarci)

Diario da New York

Gaia Squarci è una giovane fotografa italiana che vive tra Milano e New York. Quando scoppia l’epidemia di covid-19 negli Stati Uniti, si trova a Brooklyn e, pensando alla famiglia e agli amici lontani, decide di uscire di casa e vedere cosa succede fuori.

Conoscendo la complessità e la fragilità del welfare statunitense, Squarci testimonia in prima persona una crisi sanitaria che coinvolge otto milioni di persone e offre uno spaccato delle conseguenze di un’epidemia in una società diseguale.

Si ferma davanti agli ospedali, parla con le persone che sono lì per lavorare, per fare la fila in farmacia o al pronto soccorso, per trasportare via i morti e quelle che passano lì per caso. Incontra medici e infermieri che riscoprono quanto la loro forza possa fare la differenza: “Diventiamo le famiglie dei pazienti mentre sono in ospedale”, racconta Sindhuri Prakash-Polet del Mount Sinai hospital. “L’anno scorso è stato un periodo difficile, e credevo di aver perso una parte di me molto empatica e compassionevole. Ora è ritornata, o magari ho scoperto che era sempre stata lì e non se ne era mai andata”.

Le immagini di Diario: il libretto sanitario di New York sono accompagnate da annotazioni personali della fotografa, che offrono spunti di riflessione su questioni che vanno al di là dell’attuale crisi sanitaria. Questo lavoro è stato commissionato da Cortona On The Move, festival internazionale di visual narrative, in partnership con Intesa Sanpaolo, per The COVID-19 visual project. A time of distance, un archivio permanente e costantemente aggiornato che documenta gli effetti della pandemia sulle persone in tutto il mondo.

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