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A place to live. (Sana Ahmadizade)
The land of holes. (Mattia Marzorati)
In anticipation of the sun. (Jakub Stanek)
After the storm. (Kaveer Rai)
The guardian warriors. (Ami Vitale)
Nsenene. (Michele Sibiloni)
The book of miracles. (Igor Elukov)
Extremophiles. (Isadora Romero)
To search the secret of the forest. (Pietro Lo casto)
Secret Sarayaku. (Misha Vallejo)

Tutto è connesso

A febbraio del 2020 la piattaforma Slideluck Editorial per la fotografia e il multimedia contemporanei ha lanciato il terzo bando dedicato ai fotografi e alle fotografe di tutto il mondo. Il tema di quest’anno era “Tutto è connesso” (Everything is connected), una riflessione sulle cause e le conseguenze della crisi climatica e sul legame tra gli esseri umani e l’ambiente che li circonda.

“La storia, e la corrente pandemia, ci stanno mostrando quanto siamo vulnerabili e come gli esseri umani sono coinvolti sia nel problema globale sia nella potenziale soluzione”, dicono gli organizzatori.

La giuria del concorso ha selezionato dieci fotografi e fotografe provenienti da tutto il mondo. Tra questi, Sana Ahmadizadeh con la serie A place to live, un viaggio in cui si mescola la storia personale dell’autrice e quella del suo paese, l’Iran, alle prese con la produzione di petrolio e le conseguenze sull’ambiente e sulla salute delle persone. Kaveer Rai ha documentato la zona di Puri, in India, dopo il passaggio del ciclone Fani. Isadora Romero dell’Ecuador nella serie Extremophiles si è interrogata sull’egemonia della scienza dei paesi occidentali sull’immaginario collettivo. L’italiano Michele Sibiloni ha mostrato gli effetti della deforestazione e del cambiamento climatico in Africa attraverso immagini notturne sulla caccia alle cavallette in Uganda. Gli altri finalisti sono Igor Elukov, Pietro Lo Casto, Mattia Marzorati, Jakub Stanek, Misha Vallejo e Ami Vitale.

Il progetto Everything is connected sarà presentato in diversi festival e in altri eventi in Europa, America Latina, e Africa.

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