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Who is changed and who is dead. (Ahndraya Parlato)
Who is changed and who is dead. (Ahndraya Parlato)
Who is changed and who is dead. (Ahndraya Parlato)
Who is changed and who is dead. (Ahndraya Parlato)
Who is changed and who is dead. (Ahndraya Parlato)
Who is changed and who is dead. (Ahndraya Parlato)
Who is changed and who is dead. (Ahndraya Parlato)
Who is changed and who is dead. (Ahndraya Parlato)
Who is changed and who is dead. (Ahndraya Parlato)
Who is changed and who is dead. (Ahndraya Parlato)

Un dialogo tra vita, morte e famiglia

Dal primo momento in cui scopri di essere incinta entri in una fase di vulnerabilità che non sai veramente quando finirà. Forse mai, forse sarà uno stato di perenne rimessa in discussione delle tue certezze, di sfasamento tra la tua individualità, chi vuoi essere e che ti dicono di essere.

Tutti trovano qualcosa da dirti in merito. Ma, almeno a me, nessuno ha mai detto che avrei cominciato a pensare in maniera concreta alla morte, come invece è stato. Alla mia morte, perché l’avanzare della vita si mette in relazione con la crescita di un essere umano appena nato e quindi la proiezione di un futuro in cui invecchierò, mi ammalerò e morirò si fa reale. Ma la morte aleggia ovunque, perché temi anche di morire precocemente e lasciare degli orfani. Oppure covi una preoccupazione ancora più angosciante: l’eventualità che tuo figlio muoia prima di te.

Sono convinta che uno dei modi per sopravvivere a queste paure sia sapere che sono del tutto naturali, e il modo migliore per rendersene conto è confrontarsi con chi si pone problemi simili. In questo senso, la sincerità di Who is changed and who is dead della fotografa hawaiana Ahndraya Parlato è una boccata d’aria fresca rispetto ai racconti idilliaci e ipocriti sulla genitorialità.

La fotografa parte da due eventi autobiografici: il suicidio di sua madre e la nascita delle sue figlie. Da lì ha costruito una narrazione complessa che intreccia le ansie e le contraddizioni della maternità, la relazione tra madre e figlia, e la morte. Senza scegliere un solo genere o un solo linguaggio, alterna racconti e riflessioni personali a fotogrammi delle ceneri della madre, paesaggi, still-life, sculture e figure umane sedute e coperte da un velo, alla stessa maniera delle “madri nascoste” che ritroviamo nella fotografia di epoca vittoriana in cui, a causa dei tempi di esposizione molto lunghi, per ritrarre un bambino da solo occorreva una madre che lo sostenesse, ma senza farsi vedere. Come racconta in un’intervista a Paper Journal, per Parlato l’esigenza di stili diversi nasce da un momento di noia nei confronti del mezzo fotografico. Scegliere un approccio multidisciplinare ha rappresentato una nuova sfida e un modo per venire a capo della complessità del progetto.

Who is changed and who is dead è stato pubblicato da Mack nel 2021, ma fino al 16 luglio è esposto anche allo Spazio Labò di Bologna. Inoltre, dal 13 al 15 maggio Parlato terrà un incontro con il pubblico, un workshop e una visita guidata alla mostra.

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