Proteste in Mauritania dopo la condanna degli attivisti contro la schiavitù
Un gruppo di manifestanti si è scontrato con la polizia in Mauritania, dopo che tre attivisti del movimento contro la schiavitù sono stati condannati a due anni di carcere. Gli agenti hanno usato gas lacrimogeno per disperdere la folla e almeno quattro persone sono state ferite.
Biram Ould Dah Ould Abeid, presidente dell’Iniziativa per la rinascita del movimento abolizionista (Ira) e candidato alle elezioni presidenziali del giugno 2015, Brahim Bilam Ramdhane, vicepresidente del gruppo, e Djiby Sow, attivista per i diritti civili e culturali, erano stati arrestati a novembre nella città meridionale di Rosso, per avere organizzato un incontro non autorizzato.
La Mauritania è stato l’ultimo paese al mondo ad abolire la schiavitù nel 1981 e nel 2007 la pratica è stata definita ufficialmente un crimine punibile con pene fino a dieci anni di carcere. Ma secondo gli attivisti il governo non ha preso iniziative per contrastare la schiavitù. Al Jazeera, Amnesty international