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La cassazione conferma la prescrizione per i fratelli Berlusconi nel processo Unipol

La cassazione ha confermato la prescrizione per l’ex primo ministro Silvio Berlusconi e per suo fratello Paolo nel processo Unipol, in cui erano accusati di concorso in rivelazione di segreto d’ufficio. Il processo riguardava la pubblicazione, il 31 dicembre 2005, sul quotidiano Il Giornale dell’intercettazione, coperta da segreto, della telefonata tra l’allora segretario dei Democratici di sinistra Piero Fassino e Giovanni Consorte, all’epoca presidente di Unipol. In quel periodo Unipol stava tentando la scalata alla Banca nazionale del lavoro.

È stato confermato anche il risarcimento di 80mila euro a Fassino, parte lesa nel processo. In primo grado, il 7 marzo 2013, il leader di Forza Italia era stato condannato a un anno di reclusione, il fratello Paolo a tre anni e tre mesi. I due avevano chiesto il proscioglimento. Con la sentenza di oggi la cassazione ha confermato la decisione con la quale la corte di appello di Milano aveva dichiarato il 31 marzo del 2014 il “non luogo a procedere per intervenuta prescrizione”.

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