×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Cosa prevede l’Italicum

Stasera, intorno alle 21.30, è previsto alla camera il voto finale sul cosidetto Italicum, la riforma elettorale voluta dal governo di Matteo Renzi. L’Italicum è arrivato per la prima volta alla camera il 12 marzo 2014 e da quel momento ha subìto molte trasformazioni. Il 27 gennaio 2015 il senato ha approvato in prima lettura la legge. Ecco cosa prevede:

Premio di maggioranza e sbarramento. La lista che ottiene più del 40 per cento al primo turno (o che vince al ballottaggio) prende il premio di maggioranza: 340 seggi su 630. I 290 seggi che rimagono devono essere assegnati agli altri partiti. La soglia di sbarramento per entrare in parlamento è fissato al 3 per cento.

Collegi. Le 27 circoscrizioni attuali saranno sostituite da venti circoscrizioni elettorali, suddivise in cento collegi plurinominali. In ogni collegio, in media di circa seicentomila abitanti ciascuno, verranno presentate delle liste composte da sei o sette candidati. In Trentino Alto Adige e nella Valle d’Aosta si voterà invece con i collegi uninominali.

Preferenze. Nella prima stesura della legge elettorale le liste erano bloccate, cioè i candidati erano eletti nell’ordine in cui erano presentati nella lista. Nel testo appena approvato è previsto che solo i capolista siano bloccati, mentre dal secondo eletto in poi ci sono le preferenze. Ogni elettore potrà esprimere al massimo due preferenze.

Multicandidature. I capolista potranno candidarsi in più di un collegio elettorale, fino a un massimo di dieci.

Voto di genere. Ogni elettore potrà esprimere massimo due preferenze, ma dovrà votare due candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza. È libero invece di esprimere una sola preferenza (o nessuna). Nell’ambito di ogni circoscrizione (che in parte coincide con le regioni) i capolista di un sesso non devono essere superiori al 60 per cento del totale.

pubblicità