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Pressioni internazionali su Israele per fermare la demolizione di un villaggio palestinese

Un palestinese dentro una tenda nel villaggio di Susiya, in Cisgiordania, il 20 luglio 2015.

I ministri degli esteri dell’Unione europea hanno chiesto a Israele di interrompere il progetto di trasferimento forzato della popolazione e di demolizione delle case del villaggio palestinese di Susiya, in Cisgiordania. La nota firmata dai ministri europei segue la dichiarazione del portavoce del dipartimento di stato degli Stati Uniti, John Kirby, che ha definito “dannoso e provocatorio” il progetto israeliano.

I timori per la comunità di 350 abitanti sono aumentati in seguito alla visita di un funzionario israeliano, che ha annunciato la demolizione di 37 case prima dell’appello contro una sentenza della corte suprema, previsto per il 3 agosto. A maggio la corte ha can­cel­lato l’ordine tem­po­ra­neo che da anni impe­diva all’esercito di distrug­gere il villaggio.

Susiya si trova a sud di Hebron, nella cosiddetta Area C, completamente sotto il controllo israeliano, ed è circondato da due insediamenti israeliani e da un sito archeologico gestito dai coloni. Il caso è diventato famoso a livello internazionale, anche per il sostegno finanziario ricevuto da diversi paesi europei, e ha scatenato le proteste di attivisti stranieri e israeliani.

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