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Violente proteste in Libano

Scontri tra polizia e manifestanti a Beirut, Libano, il 23 agosto 2015. (Hasan Shaaban, Reuters/Contrasto)

Dopo due giorni di violente proteste di piazza a Beirut, con decine di feriti, il primo ministro libanese Tamman Salam ha minacciato le dimissioni. La polizia ha fatto ricorso a idranti e gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti e oggi sono previste nuove manifestazioni.

Le proteste sono state provocate dalla cattiva gestione dei rifiuti in strada, ma si sono trasformate in proteste contro la corruzione del governo, una coalizione tra partiti sunniti e sciiti, paralizzato dalle rivalità interne, aggravate dal conflitto in Siria.

Negli scontri di ieri 43 manifestanti sono stati ricoverati per problemi respiratori o fratture. Altri duecento feriti sono stati curati dalle autorità sanitarie. Circa 30 agenti di polizia sono stati feriti, di cui uno in modo grave.

Un collettivo di cittadini denuncia l’incapacità del governo di trovare una soluzione al problema dei rifiuti in strada, a causa del mancato accordo per una nuova discarica. Ma chiede anche di migliorare tutti i servizi di base “rifiuti, acqua, elettricità, i diritti elementari”.

Il premier ha chiesto al consiglio dei ministri di riunirsi rapidamente per trovare una soluzione alla crisi, denunciando le divisioni politiche che paralizzano le istituzioni. Salam ha anche criticato le forze dell’ordine per l’eccessivo ricorso alla forza.

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