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Cos’ha detto François Hollande nella conferenza stampa all’Eliseo

Il presidente francese François Hollande durante la conferenza stampa all’Eliseo, a Parigi, il 7 settembre 2015. (Philippe Wojazer, Reuters/Contrasto)

Nella sesta conferenza stampa dall’inizio del suo mandato il presidente francese François Hollande ha parlato di migranti, Siria, Ucraina e clima. In particolare, Hollande ha annunciato una nuova missione aerea in Siria nell’ambito delle attività che la Francia porta avanti per prevenire nuovi attentati nel suo territorio.

La crisi dei migranti e le quote. La Francia è disposta ad accogliere nei prossimi due anni 24mila richiedenti asilo, sul totale di 120mila che la Commissione europea vuole ridistribuire. Hollande ha spiegato che il suo paese accoglierà immediatamente mille dei migranti arrivati in Germania negli ultimi giorni, sottolineando comunque che la Francia non ha risorse demografiche ed economiche simili a quelle tedesche. Il presidente francese convocherà una conferenza internazionale a Parigi per cercare un accordo con i paesi dell’Europa orientale che sono contrari al sistema delle quote per i richiedenti asilo.

L’intervento in Siria contro il gruppo Stato islamico. La Francia si prepara a intervenire militarmente in Siria. A partire dall’8 settembre dei voli di ricognizione dell’aeronautica francese monitoreranno il territorio siriano, ha annunciato Hollande. Lo scopo dell’intervento, limitato ai mezzi aerei e indipendente dalle operazioni aeree coordinate dagli Stati Uniti in Siria, sarà colpire le basi dello Stato islamico. La Francia spera così di indebolire il gruppo jihadista prevenendo futuri attentati terroristici sul proprio territorio.

Nonostante faccia parte della coalizione guidata da Washington, finora il governo francese non aveva partecipato ai raid aerei contro lo Stato islamico in Siria perché convinto che un simile intervento avrebbe favorito il regime di Bashar al Assad. Hollande ha giustificato il cambio di strategia dicendo che negli ultimi due anni il gruppo jihadista si è molto rafforzato in Siria. Il presidente ha inoltre aggiunto che in futuro si dovrà trovare una soluzione politica che escluda Assad.

Un nuovo vertice per l’Ucraina. Hollande ha proposto di organizzare una nuova riunione con i capi di stato e di governo tedeschi, russi e ucraini per trovare una soluzione alla crisi ucraina. Si tratterebbe di un nuovo vertice in formato “Normandia”, dal nome del primo incontro che ha coinvolto i quattro paesi nel giugno 2014. Oggetto della discussione sarebbe lo statuto di autonomia delle regioni orientali dell’Ucraina. Hollande ha spiegato che, nel caso in cui i negoziati procedano positivamente, chiederà di revocare le sanzioni imposte alla Russia.

Il 6 settembre il presidente ucraino Petro Porošenko ha affermato che gli accordi presi in occasione della riunione in Normandia sono stati i primi a essere rispettati dai separatisti filorussi nell’est del paese.

La Cop21 di Parigi a rischio fallimento. Hollande ha espresso scetticismo sui risultati della Conferenza internazionale sul clima che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre prossimi, coinvolgendo 195 paesi. Il presidente francese ha avvertito che senza le risorse necessarie da parte della comunità internazionale gli obiettivi fondamentali della conferenza, come quello di limitare a due gradi l’innalzamento della temperatura media del pianeta rispetto all’epoca preindustriale, non saranno raggiunti.

Hollande ha dichiarato che nei prossimi tre mesi la Francia si impegnerà ad assicurare che vengano stanziati a livello internazionale cento miliardi di dollari per combattere il cambiamento climatico da qui al 2020, di modo da neutralizzare l’opposizione dei paesi contrari. I negoziatori, riuniti a Bonn in Germania la settimana scorsa, hanno ammesso che le discussioni procedono troppo lentamente e che non c’è accordo sulla ripartizione degli sforzi finanziari tra i paesi ricchi e i paesi poveri ed emergenti. Hollande ha annunciato che all’inizio di novembre andrà a Pechino per discutere sul tema con il presidente cinese Xi Jinping.

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