×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

In Guinea l’opposizione chiede l’annullamento delle presidenziali

Lo scrutinio dei voti in un seggio di Conakry, l’11 ottobre 2015. (Luc Gnago, Reuters/Contrasto)

Senza nemmeno aspettare il responso delle urne, il principale candidato dell’opposizione, Cellou Dalein Diallo, ha annunciato che non accetterà il risultato delle elezioni presidenziali dell’11 ottobre.

Lo stesso hanno fatto gli altri sei candidati che sfidavano il presidente uscente Alpha Condé: ora accusano il voto di gravi irregolarità e ne chiedono l’annullamento.

Secondo i candidati “sono stati predisposti dei meccanismi per impedire agli elettori dei bastioni dell’opposizione di andare a votare”. Tra le frodi segnalate ci sono episodi di convalida di schede elettorali prive dell’apposita busta, tessere elettorali vecchie, seggi con schede insufficienti, liste con i nomi dei votanti non aggiornate, intimidazioni degli elettori, partecipazione al voto di minorenni, seggi elettorali in luoghi di fortuna, sequestro di schede elettorali da parte di politici locali.

La Commissione elettorale indipendente (Ceni) ha riconosciuto qualche difficoltà tecnica, ma non tali da mettere in dubbio la validità dello scrutinio. Secondo i circa seimila osservatori internazionali ci sono state delle “irregolarità di piccola importanza”. Per avere il risultato ufficiale serviranno almeno altri cinque giorni.

Alpha Condé, 77 anni, eletto nel 2010 dopo un governo militare salito al potere con un colpo di stato, spera in un secondo mandato. Ma le accuse contro di lui crescono insieme all’insoddisfazione sulla sua presidenza, anche riguardo la gestione dell’epidemia di ebola.

Diallo, 63 anni, economista, nel 2010 era arrivato in testa al primo turno delle presidenziali con il 40 per cento dei voti, ma al secondo turno era stato sconfitto da Condé. Ora le sue parole d’ordine sono modernizzazione e lotta alla corruzione.

pubblicità