×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

I nuovi negoziati internazionali sulla Siria in corso a New York

Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, il segretario di stato statunitense John Kerry (al centro) e il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, all’avvio della riunione internazionale sulla Siria all’hotel Palace di New York, il 18 dicembre 2015. (Jewel Samad, Reuters/Contrasto)

A New York è cominciata la terza sessione dei negoziati internazionali sulla crisi siriana per stabilire i termini di un cessate il fuoco. I colloqui, a cui partecipano i ministri degli esteri di 17 paesi (che fanno parte del cosiddetto Gruppo internazionale di supporto per la Siria), oltre agli inviati delle organizzazioni internazionali, sono stati aperti dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e sono presieduti dal segretario di stato statunitense John Kerry. Per l’Italia è presente il responsabile della diplomazia Paolo Gentiloni.

I principali nodi della discussione sono il ruolo futuro del presidente siriano Bashar al Assad e la scelta dei gruppi di opposizione da considerare interlocutori legittimi per la transizione (insieme a quelli da escludere perché vicini al terrorismo). Nella precedente riunione di Vienna i delegati hanno chiesto una tregua delle ostilità entro il 14 maggio 2016 e libere elezioni entro un anno. Hanno inoltre fissato la data del 1 gennaio per l’inizio dei colloqui di pace tra il regime e i gruppi di opposizione riconosciuti come legittimi.

Alle 21, ora italiana, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe votare un testo di risoluzione che appoggi il piano concordato a Vienna per il cessate il fuoco – da cui sono esclusi il gruppo Stato islamico e i qaedisti del Fronte al nusra. Recentemente i gruppi siriani ostili ad Assad si sono riuniti sotto l’egida dell’Arabia Saudita e si sono accordati su un comune approccio da tenere ai futuri colloqui di pace. Secondo Iran e Russia, alleati del presidente siriano, i gruppi che hanno partecipato all’incontro a Riyadh dall’8 al 10 dicembre non erano rappresentativi e quindi non erano legittimati ad alcun negoziato.

Il 15 dicembre il segretario di stato statunitense John Kerry aveva incontrato a Mosca il presidente russo Vladimir Putin e il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov proprio per discutere della situazione siriana. Russia e Stati Uniti si erano trovati d’accordo sulla necessità di un nuovo incontro con il gruppo internazionale di supporto per la Siria per concordare le ultime basi prima dell’avvio dei negoziati di pace tra siriani in gennaio.

pubblicità