×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Cos’è il reddito di inclusione attiva approvato alla camera

L’aula durante le dichiarazioni del voto di fiducia sul decreto legge migranti alla camera dei deputati, Roma, 11 aprile 2017. (Angelo Carconi, Ansa)

All’interno del documento di economia e finanza approvato l’11 aprile alla camera, è inserita una delega al governo perché attivi il Reddito di inclusione attiva (Rei), uno strumento di sostegno al reddito legato all’impegno, da parte di chi lo riceve, a seguire un percorso formativo e d’inserimento al lavoro.

  • Cos’è il Rei? È un sostegno economico che viene fornito ai nuclei familiari che si trovano al di sotto della soglia di povertà assoluta. Parallelamente vengono forniti, a livello comunale, una serie di strumenti mirati alla reintroduzione sociale e lavorativa.
  • Soggetti beneficiari. Sono le famiglie che hanno un reddito al di sotto della soglia di povertà assoluta in base all’Isee. Il reddito dichiarato è soggetto a un controllo ed eventualmente a una modifica tramite il confronto con un reddito presunto.
  • L’importo. Si calcola tramite la formula: soglia di povertà meno reddito disponibile della famiglia. Il trasferimento massimo corrisponde alla soglia di povertà. L’importo è maggiorato per le famiglie che vivono in una casa in affitto. L’entità del trasferimento si colloca in una posizione intermedia rispetto a quello vigente in altri paesi europei (Francia, Germania, Regno Unito, Spagna).
  • Effetti sulla popolazione. Le famiglie che rientrano nei parametri dovrebbero essere circa 1,5 milioni (pari al 6 per cento del totale, per il 45 per cento al centro nord e per il restante 55 per cento al sud).
  • Soggetti coinvolti. A livello centrale, il ministero del welfare e l’Inps; le regioni con un ruolo di raccordo tra centro e periferia; a livello territoriale, i comuni riuniti eventualmente in consorzi, il terzo settore, i centri per l’impiego, i distretti sanitari, gli istituti scolastici e gli istituti regionali di formazione.
pubblicità