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Cosa succede intanto nel mondo

Le proteste a Hong Kong, 24 maggio 2020. (Tyrone Siu, Reuters/Contrasto)

Cina
Il 24 maggio migliaia di persone hanno partecipato a una manifestazione a Hong Kong contro un progetto di legge sulla sicurezza nazionale da applicare nel territorio, presentato la settimana scorsa all’assemblea nazionale del popolo a Pechino. La polizia ha lanciato gas lacrimogeni e arrestato 180 persone. I leader del movimento per la democrazia a Hong Kong considerano la legge, che punisce “il tradimento, la secessione, la sedizione e la sovversione”, un grave attacco all’autonomia del territorio.

Israele
Il 24 maggio è cominciato a Gerusalemme il processo contro il primo ministro Benjamin Netanyahu, rinviato a giudizio per corruzione, abuso d’ufficio e frode. Netanyahu è accusato di aver ricevuto regali da uomini d’affari in cambio di favori finanziari e personali. È la prima volta che un premier in carica viene processato in Israele. In base a un accordo di governo con il leader centrista Benny Gantz, Netanyahu sarà premier per i prossimi 18 mesi.

Afghanistan
Il presidente Ashraf Ghani si è impegnato il 24 maggio a liberare duemila prigionieri taliban e ha dato la sua disponibilità ad avviare i negoziati di pace. Il giorno prima i ribelli taliban avevano annunciato un cessate il fuoco di tre giorni in occasione della festività islamica dell’Eid al Fitr. Un accordo firmato il 29 febbraio a Doha dagli Stati Uniti e dai taliban prevede la scarcerazione di cinquemila ribelli in cambio di mille membri delle forze di sicurezza afgane.

Venezuela
Il 24 maggio il presidente Nicolás Maduro ha annunciato l’arrivo nelle acque territoriali del paese della prima di cinque petroliere iraniane, scortata da navi e aerei delle forze armate venezuelane. Secondo la stampa locale, le petroliere trasportano 1,5 milioni di barili di prodotti petroliferi. Il Venezuela ha enormi riserve di petrolio, ma la produzione è in caduta libera a causa della crisi economica e delle sanzioni statunitensi.

Libia
Il governo di accordo nazionale di Fayez al Sarraj, riconosciuto dalle Nazioni Unite, ha annunciato il 23 maggio di aver assunto il controllo delle basi militari di Yarmuk, Hamza e Al Sawarikh, a sud di Tripoli. Le forze del generale Khalifa Haftar avevano conquistato le tre basi nell’ottobre del 2019. Nelle ultime settimane le forze governative hanno ottenuto alcuni importanti successi grazie alla superiorità aerea garantita dal sostegno di Ankara.

Costa d’Avorio-Burkina Faso
Il 24 maggio le forze armate dei due paesi hanno annunciato la morte di otto jihadisti e l’arresto di altri 38 in un’operazione congiunta al confine. I soldati hanno anche distrutto una base dei terroristi ad Alidougou, in Burkina Faso. Dal 2015 i jihadisti hanno condotto moltissimi attacchi in Burkina Faso, ma dispongono di alcune basi d’appoggio oltreconfine.

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