La trattativa sul piano di rilancio europeo e le altre notizie sul virus
A Bruxelles il Consiglio europeo straordinario è arrivato al quarto giorno. I leader europei non hanno ancora trovato l’accordo sul piano di rilancio che dovrebbe aiutare i paesi più colpiti dall’epidemia di covid-19, tra cui l’Italia, a superare la crisi economica provocata dalle misure di contenimento del virus. Paesi Bassi, Austria, Danimarca e Svezia continuano a opporsi alla proposta della Commissione europea che prevedeva di mettere a disposizione 500 miliardi di euro di sussidi a fondo perduto e 250 miliardi di euro di prestiti.
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel avrebbe messo sul tavolo una nuova proposta, in base alla quale i sussidi sarebbero ridotti a 390 miliardi di euro. Il premier olandese Mark Rutte si sarebbe detto disposto ad accettarla, ma restano divergenze sui meccanismi di approvazione e supervisione degli aiuti erogati. Nel pomeriggio è previsto un nuovo incontro tra i leader.
Le notizie dal resto del mondo
- Dopo mesi in cui l’Africa sembrava essere stata relativamente risparmiata dalla pandemia, il numero di contagi e di decessi ha cominciato ad aumentare notevolmente, scrive il Financial Times. Almeno 15.100 persone sono morte, mentre i contagi accertati sono più di 720mila. Alcuni esperti temono che il continente stia entrando in una fase critica della pandemia. “Il ritmo dei contagi sta accelerando”, ha dichiarato John Nkengasong, direttore dei Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie, l’agenzia dell’Unione africana che si occupa della salute. Secondo Nkengasong, se la tendenza attuale dovesse confermarsi c’è il rischio che “i sistemi sanitari dei vari paesi vengano travolti”. In Sudafrica, il paese più colpito del continente, il numero dei nuovi casi raddoppia ogni due settimane e i reparti di terapia intensiva degli ospedali di Johannesburg e Città del Capo sono già pieni. Di questo passo, più di un milione di persone potrebbe essere infettato entro l’inizio di agosto.
- In Brasile gli operatori sanitari potrebbero aver contagiato gli indigeni che vivono nelle zone remote del paese. Almeno mille persone che lavorano per il servizio sanitario che si occupa dei popoli nativi (conosciuto come Sesai) sono risultate positive. Questi operatori, che da tempo denunciano la mancanza di fondi e forniture indispensabili, lavorano senza dispositivi di protezione adeguati. Secondo i dati aggiornati a inizio luglio, in Brasile almeno 15mila indigeni sono risultati positivi al tampone, incluse diecimila persone che vivono in aree protette.
- Mentre i casi di contagio giornalieri da covid-19 sono stabilmente intorno ai 70mila, negli Stati Uniti si discute se introdurre o meno l’obbligo di indossare le mascherine. Nonostante molti studi abbiano dimostrato che questo dispositivo di protezione permette di ridurre il numero di contagi e quindi i ricoveri in ospedale, molti governatori, anche quelli degli stati dove il virus si sta diffondendo più rapidamente, si rifiutano di rendere le mascherine obbligatorie, sostenendo di non voler limitare le libertà individuali. “La responsabilità di questa confusione è in parte del presidente Donald Trump”, scrive il New York Times, “che prima ha messo in discussione l’efficacia delle mascherine, poi ha cambiato idea, ma si è comunque rifiutato di imporre l’obbligo a livello federale”. Secondo le ricostruzioni dei giornali il presidente avrebbe intenzione di bloccare lo stanziamento di nuovi fondi per condurre più test e tracciare i contagi.
- L’uso della mascherina nei luoghi pubblici al chiuso è diventato obbligatorio a Hong Kong, dove si cerca di contenere una nuova ondata di contagi, e in Francia. Il governo francese sta inoltre valutando la possibilità di chiudere il confine con la Spagna, dove un aumento dei contagi registrato negli ultimi giorni non sembra ancora sotto controllo, nonostante la reintroduzione di misure di contenimento a Barcellona e in altri comuni della Catalogna.