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Intanto nel mondo

Il funerale di un manifestante a Rangoon, Birmania, 5 marzo 2021. (Reuters/Contrasto)

Birmania
L’11 marzo almeno nove manifestanti per la democrazia, sei dei quali nella regione di Myaing, nel centro del paese, sono stati uccisi dalle forze di sicurezza. Dal colpo di stato del 1 febbraio almeno 70 civili sono stati uccisi e circa duemila sono stati arrestati. Intanto, l’ex premier di fatto Aung San Suu Kyi, arrestata il giorno del golpe, è stata incriminata per corruzione. Secondo la giunta militare, avrebbe ricevuto illegalmente 600mila dollari e undici chili d’oro.

Unione europea
L’11 marzo la Polonia e l’Ungheria hanno presentato un ricorso alla corte di giustizia dell’Unione europea contro un meccanismo che condiziona il versamento dei fondi europei al rispetto delle regole dello stato di diritto. Nel dicembre scorso Varsavia e Budapest avevano rinunciato a mettere il veto sul bilancio 2021-2027 dell’Unione europea e sul recovery fund in cambio della garanzia che l’attuazione sarebbe stata sospesa fino a una pronuncia della corte di giustizia.

Spagna
La ministra del lavoro Yolanda Díaz ha annunciato l’11 marzo che i rider che consegnano cibo e bevande per conto di piattaforme come Deliveroo e UberEats saranno d’ora in poi considerati lavoratori dipendenti, grazie a una modifica del codice del lavoro. Il giorno prima era stato raggiunto un accordo tra governo, sindacati e aziende. La Spagna diventa così il primo paese europeo a regolamentare la materia.

Mauritania
L’11 marzo l’ex presidente Mohamed Ould Abdel Aziz, al potere dal 2008 al 2019, è stato incriminato per corruzione e riciclaggio, e “messo sotto controllo giudiziario”. Sono state messe sotto accusa anche una decina di persone legate a Ould Abdel Aziz, tra cui il genero, due ex premier e alcuni ex ministri e uomini d’affari.

Marocco
L’11 marzo il governo ha presentato un progetto di legge che prevede la legalizzazione della marijuana per scopi terapeutici. L’obiettivo del testo, che passerà ora all’esame del parlamento, è “convertire le coltivazioni illegali in attività in grado di generare benefici economici e posti di lavoro”.

Egitto
Almeno venti persone sono morte e 24 sono rimaste ferite l’11 marzo in un incendio divampato in una fabbrica tessile alla periferia del Cairo. Non si conoscono ancora le cause del rogo, che si è sviluppato nella zona industriale di Obour, circa 35 chilometri a nord della capitale.

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