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L’isola dei gatti

Una colonia felina nel porto di Aoshima, in Giappone. (Thomas Peter, Reuters/Contrasto)

Immaginate un’isola in cui ci sono più gatti che persone. Vi ricorda un cartone animato o un manga giapponese? Benvenuti a Tashirojima, un’isoletta nell’oceano Pacifico, al largo del Giappone

Questo articolo è uscito nel numero 33 di Internazionale Kids.

È un posto fantastico per i gatti. Ce ne sono migliaia, molti di più del centinaio di persone che abitano sull’isola, e sono anche nutriti e coccolati dai residenti e dai turisti. Da sempre i giapponesi hanno una passione per i gatti. Ci sono santuari sparsi in tutto il paese e i felini sono protagonisti di molti racconti. Ma come ha fatto Tashirojima a diventare l’isola dei gatti?

Un tempo l’attività principale era la pesca. I pescatori allevavano bachi da seta, poi con la seta tessevano le reti. Avevano anche dei gatti: servivano a dare la caccia ai topi, predatori naturali dei bachi da seta. I gatti s’infilavano nelle locande dove dormivano i pescatori ed elemosinavano gli avanzi. Un po’ alla volta i pescatori si affezionarono a questi animali e cominciarono a osservarli, convinti che le loro azioni potessero predire il meteo o aiutarli con la pesca.

Si racconta che una volta un pescatore stava lavorando quando una pietra gli scivolò di mano e uccise un gatto. Il pescatore, dispiaciuto, decise di seppellirlo sull’isola e in quel punto costruì un santuario che prese il nome di Neko Jinja. Lasciando delle offerte per il “dio gatto” i pescatori sperano di poter ottenere una buona pesca e di non correre rischi. Credono che dare da mangiare ai gatti gli porterà fortuna.

Miao! Ronf!
Nel giro di poco tempo l’isola dei gatti è diventata famosa. Sono arrivati i turisti, incuriositi dai felini che camminano per strada e se ne stanno distesi al sole o seduti sugli scalini a giocare.

Il disegnatore di manga Shotaro Ishinomori ha progettato molti edifici a forma di gatto, che sono diventati un’attrazione turistica. Gli ospiti accorrono da tutto il mondo per dormire in queste strane casette. Hanno anche fatto guadagnare all’isola un secondo soprannome: l’isola dei manga. Da allora sono stati realizzati molti film, serie tv e documentari su Tashirojima, e questo ha aumentato il turismo.

La popolazione dell’isola, per la maggior parte sopra i 65 anni, è formata da pescatori o da persone che lavorano con i turisti.

Durante il terremoto e lo tsunami (cioè un forte maremoto) che hanno colpito il Giappone nel 2011 molte persone si sono preoccupate per il destino dell’isola. È stata quasi sommersa dalle onde del mare e i gatti si sono spostati nel punto più alto, che per puro caso era anche il posto in cui sorge il santuario.

Gli elicotteri che portavano aiuti alimentari agli abitanti trasportavano anche cibo per gatti. In tutto il mondo le persone che conoscevano la storia di Tashirojima hanno appreso con sollievo che gli isolani si sono presi cura con amore degli animali anche in mezzo al disastro. Tashirojima non è l’unica isola dei gatti in Giappone. Aoshima, nella regione giapponese di Shikoku, è l’ultima in ordine di tempo a essere diventata un’isola per gatti, vantando “15 abitanti e 100 gatti”.

Perciò la prossima volta che ti chiederai quale potrebbe essere un posto di vacanza perfetto per chi ama i gatti, progetta un viaggio in Giappone. Potrai goderti una visita a uno dei bar dei gatti, posti molto amati in cui è possibile interagire e giocare con loro. Puoi visitare uno dei negozi che vendono solo gadget sui gatti e comprare tantissime cose decorate con Hello Kitty o Krocchi, un gatto randagio molto famoso in Giappone. Ma non dimenticare la meta turistica migliore: Tashirojima.

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

Felini alla riscossa
L’amore per i gatti accomuna civiltà molto lontane tra loro, dagli antichi egizi alla cultura cinese. Negli Stati Uniti una famiglia su quattro ne ha almeno uno in casa. Il giornale di Hong Kong Young Post ha elencato nove motivi per cui andiamo matti per i gatti.

  1. Sono teneri È difficile resistere alle loro zampe morbide e pelose.
  2. Sono indipendenti Sanno stare da soli, gestire la loro razione di cibo e non c’è bisogno di portarli fuori.
  3. Sono frenetici Quando saltano da un angolo all’altro della casa lo fanno per consumare l’energia in eccesso: il divertimento è garantito.
  4. Addio insetti Ogni insetto è un potenziale spuntino per il gatto di casa: disinfestatori ecosostenibili.
  5. Sanno fare i biscotti L’abitudine di “impastare” con le zampe è un gesto d’affetto molto rilassante.
  6. Le fusa Il suono più confortante del mondo.
  7. Sono puliti Passano gran parte della giornata a lavarsi con la lingua.
  8. Sono silenziosi Non miagolano praticamente mai.
  9. Sono strani Entrano in scatole minuscole, inseguono laser e spingono oggetti giù dal tavolo. Ogni gatto ha la sua personalità.

Questo articolo è uscito nel numero 33 di Internazionale Kids, il mensile di Internazionale per bambine e bambini.

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