×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Viaggiare con lentezza

Succede troppo spesso di dover risolvere qualcosa in fretta. Non so se fosse così anche in altre epoche storiche, ma in questa in cui viviamo la fretta è la regola. Soluzioni rapide, vie di uscita e idee vincenti. Impariamo ad adattarci a questo ritmo e solo la fatica ci aiuta ogni tanto a fermarci.

I miei diari mi hanno aiutato a fare questa fatica. A fermarmi.

Per oltre dieci anni, viaggiando dentro e intorno alla Fortezza Europa, ho portato con me quaderni di carta e ho annotato storie, pensieri, luoghi. Poi quei quaderni si sono incollati alla mia libreria e la vita ha continuato nella sua necessaria fretta. Finché non ho trovato la forza di fare fatica e di fermarmi a rileggerli.

Dentro a quei quaderni ho trovato segni di un mondo che oggi riconosco fin troppo bene e che spesso ci provoca le angosce da “risolvere subito”.

Come la storia di Daniele a San Pietro di Rosà, in provincia di Vicenza. Un giovane operaio che dieci anni fa si era unito a una decina di vecchi contadini per provare a dire al nordest che la crescita a ogni costo riempiva di ferite inguaribili non solo la terra ma anche l’anima del loro paese.

O Sebah, un ingegnere iracheno, che in mezzo al traffico della Baghdad appena “liberata” tremava all’idea che quella finta pace fosse solo l’inizio di una lunga sanguinosa guerra senza confini.

O Nano, uno degli otto marinai abbandonati sulla nave Kawkab a Porto Marghera, che chiedeva alla sgangherata giustizia italiana di adeguarsi a un mondo del lavoro globale non più vincolabile ai confini nazionali.

O Aurel che, a bordo del traghetto Valona-Bari, mi raccontava quel suo primo viaggio “da regolare” dopo un paio “da clandestino” e mi spiegava che le leggi sull’immigrazione sarebbero state sempre comunque in ritardo rispetto alle esigenze delle persone reali.

Viaggiare fuori rotta, in direzione contraria, è una delle esperienze fondamentali della vita. Ma fermarsi a rileggere quelle esperienze è forse ancora più importante.

Per questo ho voluto raccogliere quei diari in un libro e per questo insieme al libro è nato il bando FuoriRotta, un invito a ideare nuovi viaggi fuori dagli schemi.

pubblicità