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Le trappole da evitare nella ricerca di un vaccino

Un laboratorio dell’Istituto Pasteur a Lille, in Francia, dove si studia il vaccino contro il covid-19, 9 marzo 2020. (Adrienne Surprenant, Bloomberg via Getty Images)

Nella corsa per sviluppare un vaccino contro il covid-19, i ricercatori devono assicurarsi non solo che il prodotto sia efficace, ma anche che non abbia effetti dannosi per la salute. Una delle sfide più pressanti sarà capire come il sistema immunitario umano interagisce con il virus e con il vaccino stesso, scrive Lynne Peeples in un articolo pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas). In particolare, i ricercatori vogliono evitare di innescare una reazione immunitaria, che può essere fatale, nota come immune enhancement.

Un esempio di immune enhancement è dato dalla dengue, una febbre provocata da un virus presente in quattro tipi. Se una persona è stata infettata da un tipo di virus della dengue, grazie al sistema immunitario è protetto per tutta la vita da quel virus specifico. Se però si infetta con un tipo diverso può sviluppare una forma di dengue più grave, anche mortale. Infatti, gli anticorpi prodotti contro un tipo specifico di dengue a volte collaborano con gli altri tipi di virus aiutandoli a entrare nelle cellule dell’ospite. Questo meccanismo è un ostacolo alla creazione di un vaccino. Bisogna quindi verificare che non si manifesti nel caso del covid-19.

L’esempio della Sars
Un altro esempio è dato dalla Sars, una malattia respiratoria simile al covid-19, comparsa circa vent’anni fa in Cina. È provocata dal coronavirus chiamato Sars-cov-1, mentre il covid-19 è causato dal Sars-cov-2. Quando si è cercato di mettere a punto un vaccino contro la Sars, è emerso anche per questa malattia un problema di immune enhancement.

In questo caso non è provocato dagli anticorpi, bensì da alcune cellule specializzate del sistema immunitario, le cellule T, che attaccano i tessuti dei polmoni. Quando le persone vaccinate contraggono la malattia, sviluppano una forma più grave dei non vaccinati. La ricerca di un vaccino per la Sars si è fermata prima che si riuscisse a superare il problema, perché l’epidemia si è esaurita rapidamente.

Lo sviluppo di un vaccino per il covid-19 potrebbe presentare difficoltà simili. Non aver messo a punto nessun vaccino per un coronavirus, né per la Sars né per la Mers, un’altra malattia simile al covid-19, aumenta l’incertezza. Quando invece si crea un vaccino, per esempio per un nuovo ceppo di influenza, ci si basa su anni di esperienza.

Occorre quindi molta prudenza. “Il vaccino dev’essere sperimentato attentamente”, ammonisce Marc Lipsitch, epidemiologo della Harvard Chan school of public health di Boston, “e non va lanciato solo perché tutti lo chiedono a gran voce vista l’epidemia in corso”.

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