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Quel che non può essere insegnato va rubato

Chris Cheadle, Getty Images

“I bravi artisti copiano. I grandi artisti rubano”. L’aforisma è suggestivo e l’idea è interessante, ma la cosa ancor più interessante è che l’aforisma medesimo sia stato a sua volta “rubato”, con una serie di variazioni, da svariati ladri assai noti e talentuosi.

Parlano di arte, di copiare o imitare e di rubare il poeta Thomas Stearns Eliot negli anni venti, il critico letterario Lionel Trilling e il compositore Igor Stravinskij negli anni sessanta. Negli anni settanta l’aforisma è invece attribuito al romanziere William Faulkner. Steve Jobs, fondatore della Apple, riprende l’aforisma negli anni novanta. Jobs lo attribuisce a Pablo Picasso, ma si tratta di un’attribuzione postuma e tuttora non certa, anche se ampiamente diffusa in rete. Trovate l’intera storia su Quote Investigator. È invece certo che Picasso abbia detto, assai più sbrigativamente, “se c’è qualcosa da rubare, io rubo”.

È una meravigliosa storia di furti quella della pittrice Suzanne Valadon: nata poverissima (è figlia naturale di una donna delle pulizie alcolizzata) e cresciuta bellissima, diventa modella di Degas, Toulouse-Lautrec, Renoir e molti altri pittori, e amante di alcuni di loro. Ma, durante le pose, osserva quel che succede e ruba, da totale autodidatta, la tecnica e lo sguardo pittorico di chi la sta ritraendo.

Le regole possono essere apprese. Le capacità vanno rubate

Valadon sarà, nel 1894, la prima donna ammessa alla Société nationale des beaux-arts. In seguito, e anche per tenerlo lontano dall’assenzio, insegnerà a dipingere al figlio avuto a diciott’anni, che a sua volta diventerà noto con il nome di Maurice Utrillo.

A 44 anni lascerà il marito, agente di cambio, per un pittore di ventun anni più giovane di lei, insieme al quale rappresenterà se stessa in un quadro intitolato Adamo ed Eva, e con il quale vivrà per trent’anni (qui una biografia estesa, in sette parti).

Si intitola Furti ad arte una conversazione tra Tullio Pericoli e Italo Calvino, in occasione della mostra di Pericoli intitolata Rubare a Klee. Il mestiere va rubato, dice Paolo Rossi. Ma si possono rubare anche i trucchi della fotografia, o le sonorità e le atmosfere di Bob Dylan (a provarci è Francesco De Gregori).

Intuire e ricostruire

Lo scrittore Austin Kleon esorta a “rubare come un artista”: seguono 160 pagine di consigli per riuscirci, comprendenti uno specchietto che distingue tra buoni e cattivi furti. Le due coppie di alternative più convincenti mi sembrano “Approfondimento” contrapposto a “Superficialità” e “Rubare a tanti” contrapposto a “Rubare a uno solo”. Ma avrei aggiunto un’ulteriore coppia di alternative: “Osservare cercando le logiche” contrapposto a “Sbirciare cercando i trucchi”.

Ma non è necessario essere (o aspirare a essere) un artista per trovare vantaggio nel rubare. In realtà si può (anzi, si dovrebbe) rubare ciò che può essere sì imparato, ma che è impossibile da insegnare perché il fatto stesso di insegnarlo sembra impedirne, paradossalmente, l’acquisizione.

Si tratta di tutto ciò che ha a che fare sia con l’espressione di un talento individuale, non necessariamente artistico, sia con l’esigenza di tener conto di molte variabili e di gestire l’incertezza, l’ambiguità e l’imprevisto.

Si tratta, insomma, di osservare un “fare”, che va intuito e ricostruito e reso proprio (appunto: va “rubato”) accostando pazientemente esempi e indizi. Non si tratta in alcun modo di ascoltare un “dire” astratto e teorico, che risulta nella maggior parte dei casi inutile, e in alcuni può essere addirittura fuorviante.

Così come si impara meglio se si sa imparare, si ruba molto meglio se si sa rubare

Mi spiego: posso raccontare e anche insegnare – l’ho fatto molte volte – che cos’è un processo creativo, come funziona e che cosa può favorirlo, ma la capacità di pensare in modo creativo è difficile da codificare, e può essere solo rubata osservando il modo in cui procede chi è, in qualsiasi campo, capace di pensare proprio in quel modo lì.

Ma lo stesso discorso vale per la capacità di prendere decisioni, per quella di negoziare o per quella di gestire le persone. Vale per tutto quanto riguarda il gusto e lo stile. Vale per l’arte di potare gli ulivi e per quella di sistemare vecchi mobili in una stanza ottenendo un insieme armonioso. Le regole possono essere apprese. Le capacità vanno rubate.

Così come si impara meglio se si sa imparare, si ruba molto meglio se si sa rubare: e questo vuol dire scegliere bene sia i soggetti sia, di volta in volta, l’oggetto del furto. E come si impara a rubare? Facile: osservando i ladri migliori.

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