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The gift è l’esordio promettente di un buono che mette i brividi

Regali da uno sconosciuto - The gift. (Outnow)

Cos’è. Regali da uno sconosciuto - The gift è il film d’esordio come sceneggiatore, regista e produttore dell’attore australiano Joel Edgerton (era il poliziotto corrotto in Black mass - L’ultimo gangster con Johnny Depp). Accanto a lui nel cast ci sono Jason Bateman e Rebecca Hall nel ruolo di una giovane coppia che ha appena comprato una bella casa in collina a Los Angeles; Allison Tolman, che gli spettatori della serie Fargo ricorderanno nel ruolo della poliziotta incinta della prima serie, è la migliore amica di lei.

Simon e Robyn incontrano in un negozio, mentre stanno comprando oggetti per la villa in cui si sono appena trasferiti dopo un periodo complicato, tale Gordo, un compagno di classe di Simon dei tempi delle superiori. L’uomo si dimostra affettuoso ma un filo inopportuno e insistente nel cercare di fare amicizia con la coppia, e Simon dimostra subito una certa insofferenza nei suoi confronti. Dopo questo primo incontro, le cose evolveranno molto.

Il film è fotografato in formato panoramico dal bravo Eduard Grau (A single man), mentre le musiche sono del duo emergente Danny Bensi e Saunder Jurriaans (Enemy). Regali da uno sconosciuto ha più che decuplicato il suo budget solo con gli incassi in sala negli Stati Uniti.


Com’è. Per quanto Edgerton sia esordiente alla regia, ha le idee molto chiare e non ha paura dei modelli: durante la lavorazione ha dichiarato di ispirarsi a Hitchcock, Haneke e Park Chan-wook. Per un film costato cinque milioni di dollari e girato in meno di un mese, Regali da uno sconosciuto è decisamente a fuoco sia nella scrittura sia nella regia e nella recitazione. Il formato panoramico trasferisce allo spettatore la paura dei personaggi, che vivono in spazi ampi, sia sociali sia fisici e relazionali, che non riescono davvero a controllare. La grande casa con vista panoramica in cui si svolge quasi tutto il film è il fulcro di questa dinamica che alterna la voglia di aprirsi con la necessità di proteggersi dall’esterno e non solo.

I personaggi e gli attori sono costruiti con un senso di identità liquida, inafferrabile, e questa indefinitezza attraversa tutto il film. Il timore per l’incolumità degli spazi e delle persone, ciò che appassiona lo spettatore nei thriller, si allarga nel corso del film dalla dimensione dell’incolumità fisica a quella della trasparenza dei rapporti e delle relazioni, tanto che è veramente difficile prendere posizione.

Sia Jason Bateman sia Rebecca Hall (vera protagonista) gestiscono molto bene i propri ruoli. Edgerton è magistrale: anche alla fine del film si è indecisi tra volere uscire a cena con Gordo, e sperare di essere sempre in un continente diverso da quello in cui vive lui.

Perché vederlo. Uno dei primi maestri del thriller hollywoodiano fu Val Lewton, che alla Rko negli anni quaranta scrisse e produsse dei piccoli film di paura con tanta suspense e pochi mostri, pieni di ombre oltre l’angolo e idee spaventose nella mente atterrita dei protagonisti. Questo film appartiene a quella tradizione, si rifà chiaramente a modelli come Il sospetto di Alfred Hitchcock, ma riesce a mantenere una sua personalità. La regia misuratissima, la scrittura, la musica e la fotografia danno compattezza a una vicenda che altrimenti, piena com’è di incertezze e sfumature, rischierebbe di essere troppo evanescente per fare davvero spavento. E invece chi cerca paura e suspense sarà soddisfatto. Di solito i thriller alla fine suscitano un sospiro di sollievo ma non spingono troppo a riflettere: Regali da uno sconosciuto fa esattamente il contrario (chi ha visto Enemy di Denis Villeneuve ritroverà qualcosa di quelle atmosfere).

Perché non vederlo. Se si ha paura delle case vuote, dell’accerchiamento e delle persone sfuggenti, il film può togliere alcune notti di sonno. Al di là di queste avvertenze, Regali da uno sconosciuto ha qualcosa di acerbo, ed è un’interpretazione onesta e originale di un filone abbastanza riconoscibile. Non piacerà a chi non ama i thriller, né agli amanti delle storie in cui i buoni e i cattivi sono chiari e riconoscibili da subito.

Una battuta. Dove sei stato?

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