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28 giorni dopo, un’epidemia britannica

All’inizio di 28 giorni dopo di Danny Boyle un gruppo di quelli che sembrano attivisti entrano in un centro di ricerche, liberano la scimmia sbagliata e un morbo micidiale trasforma una buona parte dei britannici in belve violente e assetate di sangue. Quattro settimane dopo un pony express esce dal coma e si ritrova in uno scenario post-apocalittico. Gli infetti sono ancora il problema principale, ma anche tra i superstiti c’è chi comincia a perdere la testa.

Il film è del 2002 ma non è affatto invecchiato. Merito principalmente della regia di Danny Boyle che ha usato la strada della semplicità, innestandoci qualche uovo di Colombo (gli zombi che corrono!) e un cast senza grandi stelle, ma con un giovane promettente come Cillian Murphy e comprimari affidabili come Brendan Gleeson e Christopher Eccleston.

A completare il tutto una notevole colonna sonora e una campagna di marketing con una bella grafica. Vidi il film a Roma, al Fantafestival, bei ricordi. In più 28 giorni dopo ebbe il merito di farmi tornare alla mente I sopravvissuti, una serie tv pazzesca della Bbc del 1975, ritrasmessa dalla Rai, che in questo momento sarebbe interessante recuperare (direi che almeno i primi episodi si trovano su YouTube). Anche lì si parla di un’epidemia, comincia tutto con le scuole che chiudono…

28 giorni dopo
Di Danny Boyle. Con Cillian Murphy, Naomie Harris, Brendan Gleeson, Megan Burns, Christopher Eccleston. Regno Unito/Spagna 2002, 113’. A noleggio.


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