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I diritti minacciati dall’amministrazione Trump

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla March for life, la marcia per la vita. Washington, 19 gennaio 2018. (Eric Thayer, Reuters/Contrasto)

Quando si è trasferito nel suo nuovo ufficio al dipartimento della salute, Roger Severino ha portato con sé solo qualche certificato incorniciato, un crocifisso e un pupazzetto con la faccia di Clarence Thomas, giudice conservatore della corte suprema. Nato a metà degli anni settanta da genitori emigrati dalla Colombia, Severino ha vissuto seguendo due stelle polari: il diritto e la religione cattolica – due fedi che se combinate possono produrre risultati discutibili. Soprattutto quando ci si trova a decidere sui diritti delle persone in un’epoca di polarizzazione ideologica come quella che stanno vivendo gli Stati Uniti.

Da circa un anno Severino guida l’ufficio per i diritti civili del dipartimento della sanità, dove ci si occupa di far rispettare le leggi sui diritti individuali in materia di salute e servizi pubblici e anche le norme sulla libertà di coscienza e religiosa. Negli ultimi anni i suoi funzionari hanno avuto molto da fare. Sotto la presidenza di Barack Obama l’ufficio ha dovuto valutare decine di denunce di violazione delle norme sanitarie, tra cui numerose discriminazioni sulla base del genere, dell’appartenenza etnica e dell’orientamento sessuale. Nella maggior parte dei casi riguardava funzionari pubblici, in genere in stati governati dalla destra, che si rifiutavano di fornire servizi alle donne, agli omosessuali e ai transgender rivendicando il loro diritto all’obiezione di coscienza e il rispetto delle regole sulla libertà religiosa. In generale l’amministrazione Obama si schierava contro gli amministratori che negavano l’accesso ai servizi.

Una procedura potrebbe cancellare le protezioni volute da Obama per i pazienti transgender

Ora, con Donald Trump alla Casa Bianca, le cose stanno andando diversamente. Severino, contrario all’aborto e ai matrimoni gay, è probabilmente il funzionario più conservatore ad aver mai occupato quella posizione, e alcuni temono che l’impatto del suo operato, insieme a quello di altri funzionari nominati dall’amministrazione Trump a livello federale e statale, possa essere così forte da far retrocedere il paese sul tema dei diritti delle donne e delle minoranze e potrebbe perfino alterare i rapporti tra stato e chiesa.

Al fianco di Severino c’è Shannon Royce, fervente antiabortista, che fa da collegamento tra l’amministrazione e le organizzazioni religiose che hanno sostenuto Trump in campagna elettorale. Fonti interne al dipartimento della salute hanno detto a Politico che Royce e Severino fanno pressione sui dipendenti per portare avanti le posizioni dei gruppi evangelici, per esempio postando sui siti ufficiali del dipartimento soprattutto i commenti di persone contrarie all’aborto. Oltre ai provvedimenti simbolici, ce ne sono altri che potrebbero avere conseguenze concrete e durature: a ottobre l’agenzia ha avviato una procedura che potrebbe portare a cancellare le protezioni volute dall’amministrazione Obama per i pazienti transgender e rendere più facile negare procedure come le interruzioni di gravidanza o anche solo i contraccettivi.

Questi provvedimenti, che stanno passando perlopiù inosservati, preoccupano molto le associazioni per i diritti civili, a partire dall’American civil liberties union (Aclu), secondo cui l’obiettivo finale dell’amministrazione Trump è sabotare il diritto all’aborto (sancito da una sentenza della corte suprema) con una serie di provvedimenti minori che rendano sempre più difficile per i pazienti accedere ad alcuni tipi di cure.

Questi timori sembrano confermati dai fatti. A metà gennaio Severino ha annunciato di voler introdurre nuove misure per proteggere i medici che si rifiutano di eseguire alcune procedure, in particolare le interruzioni di gravidanza, sulla base di obiezioni religiose. Il provvedimento riguarderebbe 745mila ospedali o cliniche, che sarebbero costretti a inserire queste disposizioni nelle loro offerte di lavoro e nei manuali per i loro dipendenti, per un costo di circa 312 milioni di dollari solo nel primo anno. E qualche giorno fa il dipartimento della salute ha creato una nuova unità che si occuperà di difendere il diritto all’obiezione di coscienza e alla libertà religiosa.

Chi si oppone a queste misure fa notare che esistono giù delle leggi federali che proteggono gli obiettori di coscienza, e che oggi in quasi tutti gli stati gli obiettori di coscienza possono rifiutarsi di praticare aborti (in 12 stati possono perfino rifiutarsi di fornire contraccettivi).

Le nuove regole colpirebbero ulteriormente il diritto alle cure. Secondo Planned parenthood, un’organizzazione che si occupa della salute riproduttiva delle donne, queste misure potrebbero anche consentire ai farmacisti di rifiutare una ricetta per farmaci anticoncezionali, o ai medici di negare una terapia ormonale a un paziente transgender, o ai pediatri di non prestare assistenza al figlio di genitori omosessuali.

Severino e Royce sono solo all’inizio: nei prossimi mesi la loro agenzia dovrà prendere una serie di decisioni a proposito della difesa dei diritti delle persone transgender, fondi per i metodi contraccettivi e per i programmi legati alla pianificazione familiare. Il dipartimento starebbe anche lavorando a un piano quadriennale dove, tra le altre cose, si afferma che la vita comincia al momento del concepimento. Qualche giorno fa, durante una conferenza organizzata da un gruppo antiabortista, Royce ha detto: “Vedrete succedere cose eccitanti nei prossimi giorni”. Poi ha chiesto ai presenti di contribuire alla strategia del dipartimento della salute: “La mia sfida per il nuovo anno è chiedere al Signore di mostrarvi cosa potete fare per aiutare la causa pro-life”.

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