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Liberati 190 ostaggi in Nigeria rapiti da Boko haram

Il governatore dello stato di Yobe, nel nordest della Nigeria, ha confermato che 190 persone rapite dal gruppo terroristico Boko haram a gennaio sono state liberate 

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Una bambina nella scuola Maikohi all’interno del campo per sfollati di Yola, nello stato di Adamawa, il 13 gennaio. (Afolabi Sotunde, Reuters/Contrasto)
Il campo di Yola, il 14 gennaio. (Afolabi Sotunde, Reuters/Contrasto)
Una madre con le figlie, il 13 gennaio. (Afolabi Sotunde, Reuters/Contrasto)
La cucina del campo, il 13 gennaio. (Afolabi Sotunde, Reuters/Contrasto)
Morris Enoch, un capo dei cacciatori tradizionali che aiutano l’esercito a combattere contro Boko haram, il 14 gennaio. (Afolabi Sotunde, Reuters/Contrasto)
Alcune donne del campo si acconciano i capelli, il 14 gennaio. (Afolabi Sotunde, Reuters/Contrasto)
Una classe della scuola Maikohi, il 13 gennaio. (Afolabi Sotunde, Reuters/Contrasto)
Una donna accanto a un cartello che mostra le attività organizzate dalla chiesa del campo, il 14 gennaio. (Afolabi Sotunde, Reuters/Contrasto)
Uomini ascoltano il notiziario alla radio, il 13 gennaio. (Afolabi Sotunde, Reuters/Contrasto)

In fuga da Boko haram

Mentre la Nigeria si prepara alle elezioni presidenziali del 14 febbraio, continuano gli attacchi del gruppo terrorista Boko haram. A metà settembre del 2014 i ribelli avevano conquistato 25 città nel nord del paese. Secondo quanto riferito dai mezzi d’informazione nigeriani, Boko haram occupa e controlla un territorio di oltre ventimila chilometri quadrati nella regione. Le violenze del gruppo hanno costretto circa 1,5 milioni di persone ad abbandonare le loro case.

Le rivendicazioni dei ribelli sono di due tipi: il rilascio dei loro miliziani prigionieri e la creazione di uno stato islamico. La storia della Nigeria settentrionale è stata segnata dalla nascita di gruppi armati di estremisti islamici, ma Boko haram ha dato prova di essere il più resistente e sanguinario di tutti.

Nonostante lo stato di emergenza proclamato nel maggio del 2013 in Adamawa, Borno e Yobe e le offensive militari sempre più frequenti, i miliziani hanno adottato e intensificato una strategia che prevede di bombardare le città, fare terra bruciata nelle aree rurali e attaccare le basi dell’esercito o della polizia. Questi attacchi hanno causato più di cinquemila morti tra i civili e almeno 750mila sfollati tra il maggio del 2013 e l’ottobre del 2014.

Le foto sono state scattate nel campo per sfollati di Yola, nello stato di Adamawa, tra il 13 e il 14 gennaio 2015.

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