×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Dal progetto <em>Beijing silvermine</em>. (Thomas Sauvin)
Dal progetto <em>Beijing silvermine</em>. (Thomas Sauvin)
Dal progetto <em>Beijing silvermine</em>. (Thomas Sauvin)
Dal progetto <em>Beijing silvermine</em>. (Thomas Sauvin)
Dal progetto <em>Beijing silvermine</em>. (Thomas Sauvin)
Dal progetto <em>Beijing silvermine</em>. (Thomas Sauvin)
Dal progetto <em>Beijing silvermine</em>. (Thomas Sauvin)
Dal progetto <em>Beijing silvermine</em>. (Thomas Sauvin)
Dal progetto <em>Beijing silvermine</em>. (Thomas Sauvin)
Dal progetto <em>Beijing silvermine</em>. (Thomas Sauvin)
Dal progetto <em>Beijing silvermine</em> (Thomas Sauvin)
Dal progetto <em>Beijing silvermine</em>. (Thomas Sauvin)

Un collezionista a Pechino

Thomas Sauvin è un francese che vive a Pechino. Nel maggio del 2009 ha incontrato un netturbino, o meglio, uno di quei raccoglitori altamente specializzati che nel mondo in via di sviluppo differenziano l’immondizia per rivenderla un tanto al chilo. C’è chi si concentra sulla plastica, chi sulla carta, chi sul rame. Xiao Ma rivendeva il nitrato d’argento che riusciva a recuperare dopo aver sciolto nell’acido lastre ortopediche, cd e negativi. Accettò di vendere al fotografo i negativi e da allora i due ripetono questo scambio ogni mese (leggi l’intervista di Cecilia Attanasio Ghezzi).

pubblicità