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Eloy, Arizona, Stati Uniti, 2015. (Kourtney Roy, Courtesy galleria Catherine & André Hug)
Dalla serie <em>Car poolers</em>. (Alejandro Cartagena, Courtesy galleria Kopeikin)
La marcia zapatista, Puebla, Messico, 2001. (Mat Jacob, Tendance Floue)
Yokohama, Giappone, 2003. (Elliott Erwitt, Magnum)
<em>Monday to monday</em> dalla serie <em>Carnets de route</em>, 2012-2014. (Lyliie Bery)
Dalla serie <em>Je ne croirai qu’en un dieu qui danse</em>. (Richard Pak)
Dalla serie <em>Je ne croirai qu’en un dieu qui danse</em>. (Richard Pak)
Senza titolo. (Yusuf Sevinçli, Courtesy galleria Les filles du calvaire)
Il cast degli <em>Spostati</em>, 1960. (Elliott Erwitt, Magnum)
Donna non vedente da Woolworth, Binghamton, New York, 1987. (Bruce Wrighton, Courtesy La douche/Laurence Miller)
Colorado, Stati Uniti, 1955. (Elliott Erwitt, Magnum)
Senza titolo. (Yusuf Sevinçli, Courtesy galleria Les filles du calvaire)

La città del ritratto

Per il terzo anno consecutivo, Vichy si immerge nella fotografia ospitando il festival Portrait(s), l’unico evento in Francia dedicato esclusivamente all’arte del ritratto fotografico.

Le mostre abbracciano diversi stili, dal classico ai linguaggi più sperimentali. Quest’anno il tedesco Martin Schoeller, famoso per i ritratti di persone celebri, porta a Vichy un lavoro sui gemelli che esplora questioni legate all’identità individuale. Il francese Richard Pak è andato tra il pubblico dei concerti rock per cogliere tutte le emozioni che possono attraversare il volto di un fan. Alejandro Cartagena è in mostra con Car poolers, sul mondo dei pendolari messicani, invisibili e ignorati.

Tra gli autori storici, il festival celebra lo statunitense Bruce Wrighton che negli anni ottanta ha reinventato la street photography con la vite ordinarie degli abitanti di Binghamton. Il lungomare di Vichy è allestito invece con sessanta ritratti di un maestro come Elliott Erwitt.

Il festival si svolgerà fino al 6 settembre 2015.

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