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Cristiano Gomes “Xuxu” lascia la favela di Rocinha per raggiungere la spiaggia di São Conrado, a Rio de Janeiro, il 21 maggio. (Felipe Dana, Ap/Ansa)
Tavole da surf nella sede dell’Associação de surfe da Rocinha, a Rio de Janeiro, il 2 luglio. (Felipe Dana, Ap/Ansa)
Robert Silva nel laboratorio dell’associazione dove ha riparato la sua tavola, a Rio de Janeiro, il 2 luglio. (Felipe Dana, Ap/Ansa)
Gabriel de Lima fa stretching prima di tuffarsi sulla spiaggia di São Conrado, a Rio de Janeiro, il 21 maggio. (Felipe Dana, Ap/Ansa)
Magno Neves fa surf sulla spiaggia di Arpoador, a Rio de Janeiro, il 10 giugno. (Felipe Dana, Ap/Ansa)
Giovani surfisti di Rocinha sulla spiaggia di São Conrado, a Rio de Janeiro, il 21 maggio. (Felipe Dana, Ap/Ansa)
Durante gli allenamenti a São Conrado, a Rio de Janeiro, il 1 luglio. (Felipe Dana, Ap/Ansa)
A São Conrado, Rio de Janeiro, il 1 luglio. (Felipe Dana, Ap/Ansa)

Sulle onde per uscire dalle favelas

A Rio de Janeiro, la città con alcune delle spiagge più famose del mondo, Márcio Pereira da Silva ha avuto un’idea per aiutare i giovani che rischiano di finire nelle mani della criminalità organizzata. Vent’anni fa ha fondato la Associação de surfe da Rocinha in cui insegna a fare surf ai ragazzi che abitano nella più grande favela di Rio.

Ormai sono più di duemila i ragazzi che sono passati nella scuola, che è gratuita e si mantiene grazie alle donazioni e ai ricavi di alcuni lavori di manutenzione delle tavole da surf.

“Salviamo i ragazzi della favela perché portandoli in spiaggia gli insegniamo uno sport e contemporaneamente a socializzare”, spiega. Ora la sua squadra è tra le prime dieci della città e alcuni dei suoi allievi puntano a raggiungere un livello professionale.

Il fotografo dell’Ap Felipe Dana ha realizzato questo reportage tra il 21 maggio e il 1 luglio 2015.

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