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La polizia di frontiera macedone presidia la linea ferroviaria e impedisce il passaggio a un gruppo di migranti siriani a Evzoni, in Grecia, il 18 luglio 2015. (Valerio Muscella)
Due giovani siriani scappano dopo essere stati avvistati dalla polizia di frontiera greca a Evizoni, in Grecia, il 18 luglio 2015. (Valerio Muscella)
Un gruppo di ragazzi siriani cerca con il gps la strada più sicura per raggiungere il confine con la Macedonia, a Policastro, in Grecia, il 18 luglio 2015. (Valerio Muscella)
Su un treno notturno diretto al confine con la Serbia, il 19 luglio 2015. (Valerio Muscella)
Adulti e bambini si rinfrescano nel parco dietro la stazione degli autobus di Belgrado, in Serbia, il 22 luglio 2015.
Siriani riposano la notte in un parco dietro la stazione centrale degli autobus di Belgrado, il 20 luglio 2015. (Valerio Muscella)
Migranti siriani su un autobus diretti a Kanjiža, in Serbia, il 22 luglio 2015. (Valerio Muscella)
Migranti durante una pausa, dopo ore di cammino per raggiungere Röszke, il primo villaggio ungherese dopo il confine con la Serbia, il 23 luglio 2015. (Valerio Muscella)
Un migrante attraversa il confine tra Serbia e Ungheria passando per un campo di grano nelle prime ore del mattino a Röszke, il 24 luglio 2015. (Valerio Muscella)
Un migrante siriano cammina nelle prime ore del mattino lungo la strada che porta a Szeged, la prima città ungherese dopo il confine con la Serbia, il 24 luglio 2015. (Valerio Muscella)

Non si passa

Sono soprattutto siriani, afgani e pachistani i circa 200mila migranti arrivati in Grecia dall’inizio del 2015. Sono giovani, adulti, anziani e bambini. Viaggiano soli, in piccoli gruppi o con la famiglia. La loro meta è prevalentemente il nord Europa e quindi, una volta giunti in Grecia, molti attraversano i Balcani e risalgono la regione, passando per Macedonia e Serbia fino ad arrivare in Ungheria.

I migranti si muovono usando ogni mezzo possibile, si orizzontano con gps e bussole elettroniche, sostano nei parchi pubblici e nelle stazioni in condizioni di estrema precarietà e soprattutto nella speranza di non essere fermati e identificati dalle autorità dei paesi che attraversano.

Una volta in Serbia molti provano ad attraversare il confine con l’Ungheria di notte, passando per i campi di grano e camminando lungo la ferrovia che collega Belgrado a Budapest. Dopo il confine ungherese i migranti si nascondono di giorno e si spostano di notte e molti di loro si affidano ai passeur che spesso rappresentano l’unica speranza per arrivare in Germania o in Svezia senza essere bloccati dalla polizia.

Nel luglio del 2015 il fotografo Valerio Muscella ha seguito un gruppo di profughi siriani nel loro viaggio dalla Grecia verso l’Ungheria.

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