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Looking at a radish, dal libro Kim Jong-il looking at things, 2012. (João Roch)
Utopia #011, 2008. (Seung Woo Back)
Brave new world series, 2015. (Hyounsang Yoo)
Workers in the number 1 glass factory in Pyongyang, 2001. (Pierre Bossard)
A man wades into the Tae Dong river where banks are flooded high above the normal water level in Pyongyang, 2007. (Tomas van Houtryve)
Outdoor pool in Pyongyang, 2012. (Ari Hatsuzawa)
Example haircuts on display at a barbershop in #Pyongyang, 2013. (David Guttenfelder)
A north korean woman loads a pistol for firing practice in Pyongyang, 2007. (Tomas van Houtryve)
Pyongyang city marathon, 2012. (Ari Hatsuzawa)
Platform of the Pyongyang city subway, 2011. (Ari Hatsuzawa)
Pyongyang, 2000. (Pierre Bessard)

Prospettive nordcoreane

La Corea del Nord è chiamata anche “regno eremita”, perché è considerata uno degli stati più chiusi del mondo. I suoi cittadini non possono viaggiare all’estero né connettersi a internet, e l’informazione è completamente controllata dal governo.

La mostra North korean perspectives a Chicago prova a esplorare questo regno contrapponendo le immagini ufficiali della propaganda a quelle di fotografi e artisti che gettano sguardi alternativi e insoliti sul paese.

Uno dei punti di partenza di questa esplorazione è il libro Au pays du grand mensonge — voyage en Corée du Nord, del giornalista francese Philippe Grangereau, che descrive attraverso foto e testi le bugie raccontate dal regime nordocoreano ai suoi cittadini e al mondo.

La propaganda nordcoreana fa grande uso di slogan e rappresentazioni che compongono l’immagine di un paese progressista, fiorente e dinamico, in cui tutti sono felici di abitare. Ma alcuni autori riescono a sfuggire ai controlli, a volte perfino sfruttando la propaganda stessa, come fa João Rocha con il progetto Kim Jong-il looking at things, in cui l’accumulo seriale di foto ufficiali stravolge il loro valore. Il lavoro di Rocha è diventato prima un account Tumblr di grande successo e poi un libro.

Un altro approccio è quello del fotogiornalista David Guttenfelder, che lavorando a lungo nella sede dell’Associated Press di Pyongyang è stato il primo a creare un account Instagram sulla Corea del Nord. Guttenfelder ha mostrato scene di vita ordinaria che hanno rivelato aspetti del paese mai visti fuori dai suoi confini.

Nessuno dei lavori in mostra racconta una verità assoluta. Se il regime si presenta come una realtà utopica e perfetta, le prospettive di questi autori a volte confermano e a volte contraddicono la versione ufficiale, ma nel loro insieme danno allo spettatore la possibilità di sviluppare un’opinione più complessa. Secondo il curatore Marc Prüst, “una fotografia può essere il veicolo di una bugia, ma se le cambiamo il contesto, può rivelare una parte della verità che vuole nascondere”.

North korean perspectives sarà al Museum of contemporary photography di Chicago fino al 4 ottobre 2015.

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