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Una donna nel campo profughi di Harran, nel sudest della Turchia, il 23 settembre 2015. (Emanuele Satolli)
Un negozio di fotografia allestito nel campo di Harran, il 23 settembre 2015. (Emanuele Satolli)
Giovani siriani nel cortile centrale del campo, il 24 settembre 2015. (Emanuele Satolli)
Una donna cucina nel retro dei container del campo, (Emanuele Satolli)
Una donna confeziona abiti nel laboratorio tessile del campo, il 23 settembre 2015. Gli abiti vengono confezionati per un’azienda turca. (Emanuele Satolli)
Una famiglia siriana porta oggetti da vendere in un piccolo mercato del campo, il 23 settembre 2015. (Emanuele Satolli)
Una sposa durante la cerimonia che precede le nozze, il 24 settembre 2015. (Emanuele Satolli)
Il salone di bellezza del campo, il 23 settembre 2015. (Emanuele Satolli)
Il supermercato del campo allestito dal Programma alimentare mondiale, il 23 settembre 2015. Ogni famiglia ha a disposizione una carta con del credito offerto dalla Mezzaluna rossa. (Emanuele Satolli)
Una vista notturna del campo che ospita circa 14mila profughi siriani in duemila containers, il 23 settembre 2015. (Emanuele Satolli)

Una giornata in un campo profughi

Dall’inizio della crisi siriana, nel 2011, la Turchia ha accolto quasi due milioni di profughi, concedendo a molti di loro un regime di protezione temporanea in 25 campi che complessivamente oggi ospitano 270mila persone.

Akçakale e Harran sono due di questi campi profughi costruiti dal governo turco: si trovano nella provincia di Urfa, nel sudest del paese ci abitano circa 43mila persone.

La situazione dei profughi nei campi lungo il confine tra Turchia e Siria mostra un’altra faccia della complessa crisi siriana. Nei campi vive chi non ha abbastanza risorse economiche per cercare di raggiungere l’Europa o chi, sperando che la guerra finirà presto, non vuole allontanarsi troppo dal proprio paese per tornarci il prima possibile o chi, infine, ha deciso di rimanere vicino alla Siria per sostenere la lotta contro il governo di Bashar al Assad.

Le foto sono state scattate nel settembre del 2015 da Emanuele Satolli.

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