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Studentessa alla Korea university, a Seoul. La Korea university fa parte delle scuole Sky, ovvero le più prestigiose del paese. (Filippo Venturi)
Culturisti sulla spiaggia di Haeundae, a Busan. (Filippo Venturi)
Grattacieli nella città di Incheon. I condomini in Corea del Sud sono spesso costruiti dalle grandi aziende come Samsung, Lg e Hyundai e si trovano in aree recintate con guardie all’ingresso. (Filippo Venturi)
Negozio di abbigliamento nel quartiere di Myeong-dong a Seoul. (Filippo Venturi)
Un ragazzo prova un visore per la realtà virtuale al Samsung d’light, uno spazio espositivo che mostra gli ultimi prodotti di Samsung Electronics, a Seoul, nel distretto di Gangnam. Samsung è il più importante gruppo industriale e da solo genera un quinto del pil sudcoreano. (Filippo Venturi)
Una palestra sotto il ponte Seogang a Seoul. In Corea è normale la presenza nei luoghi pubblici di attrezzi da palestra a disposizione di tutti. (Filippo Venturi)
Un internet point, nel quartiere Hongdae di Seoul. Le gigantesche sale giochi nel paese sono aperte 24 ore su 24. (Filippo Venturi)
Un capriolo nel distretto finanziario di Songdo. (Filippo Venturi)
Bambini giocano in un cortile a Seoul. (Filippo Venturi)
Un ubriaco a Seoul. (Filippo Venturi)

Made in Korea

Fino agli anni sessanta la Corea del Sud era un paese molto arretrato da un punto di vista economico e sociale, ma negli ultimi cinquant’anni ha avuto uno sviluppo frenetico che lo ha trasformato in uno dei paesi più avanzati del mondo dal punto di vista tecnologico. Il fotografo Filippo Venturi ne ha raccontato le contraddizioni nel progetto Made in Korea (2015).

Oggi la Corea del Sud è considerata cinque anni in avanti rispetto al resto del mondo, da un punto di vista tecnologico. La Samsung, la maggiore azienda del paese, produce un quinto del pil sudcoreano.

Questa corsa verso la modernità, secondo Venturi (Cesena, 1980), ha imposto degli standard di competizione altissimi: negli studi, a lavoro e nell’aspetto fisico. Anche i modelli estetici dominanti sono conformisti, e si fa ricorso in maniera massiccia alla chirurgia plastica.

L’omologazione e la competizione generano effetti collaterali molto gravi dal punto di vista sociale come l’alcolismo, la solitudine e un elevato tasso di suicidi.

Made in Korea è diventato un libro e fino al 10 gennaio sarà esposto al Foro boario di Modena, insieme ai lavori di Giovanni Matera ed Emanuela Palazzi, all’interno di una mostra dedicata ai nuovi talenti scelti dalla Fondazione fotografia.

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