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I prigionieri nel cortile del carcere di Porto Alegre, in Brasile, il 1 dicembre 2015. (Felipe Dana, Ap/Ansa)
Il blocco dei prigionieri che lavorano nella prigione di Porto Alegre, in Brasile, il 30 novembre 2015. (Felipe Dana, Ap/Ansa)
Vestiti stesi alle finestre delle celle della prigione di Porto Alegre, Brasile, il 30 novembre 2015. (Felipe Dana, Ap/Ansa)
La polizia carceraria controlla i prigionieri durante un laboratorio, a Porto Alegre, Brasile, il 30 novembre 2015. (Felipe Dana, Ap/Ansa)
Un prigioniero e una guardia nel carcere di Porto Alegre, Brasile, il 1 dicembre 2015. (Felipe Dana, Ap/Ansa)
Un prigioniero guarda la televisione nel blocco dedicato ai carcerati inseriti in un programma di lavoro a Porto Alegre, Brasile, il 30 novembre 2015. (Felipe Dana, Ap/Ansa)
Il cortile del blocco centrale della prigione di Porto Alegre, Brasile, il 30 novembre 2015. (Felipe Dana, Ap/Ansa)
Un prigioniero del programma di disintossicazione legge nella sua cella nel carcere di Porto Alegre, Brasile, il 30 novembre 2015. (Felipe Dana, Ap/Ansa)
Nel cortile del carcere di Porto Alegre, Brasile, il 1 dicembre 2015. (Felipe Dana, Ap/Ansa)
Una partita di calcio nel cortile del carcere di Porto Alegre, in Brasile, il 30 novembre 2015. (Felipe Dana, Ap/Ansa)

Un carcere diviso a metà

Con duemila detenuti (più del doppio della sua capacità), il carcere di Porto Alegre, nel sud del Brasile, è uno dei più pericolosi del paese a causa della forte presenza della criminalità organizzata. I prigionieri che appartengono alle bande di narcotrafficanti riescono a continuare il loro lavoro grazie ai cellulari e alla complicità di altri detenuti. Anche gli agenti penitenziari guardano con paura quello che succede nelle celle sovraffollate, da cui i detenuti si scambiano segnali in codice.

Ma accanto a questo carcere ce n’è un altro parallelo: sono le celle riservate ai prigionieri che si offrono per programmi di lavoro o di disintossicazione e quelle per le persone lgbt, che in carcere sono spesso oggetto di violenze.

Con 600mila persone dietro le sbarre, il Brasile ha la quarta popolazione carceraria al mondo, dopo Stati Uniti, Cina e Russia.

Le immagini sono state scattate dal fotografo dell’Associated Press Felipe Dana tra novembre e dicembre del 2015.

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