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Il confine tra Germania e Polonia, 2012. (Valerio Vincenzo)
Il confine tra Germania e Austria, 2012. (Valerio Vincenzo)
Il confine tra Estonia e Lettonia, 2010. (Valerio Vincenzo)
Il confine tra Svizzera e Italia, 2008. (Valerio Vincenzo)
Il confine tra Spagna e Francia, 2010. (Valerio Vincenzo)
Il confine tra Paesi Bassi e Belgio, 2011. (Valerio Vincenzo)
Il confine tra Germania e Polonia, 2012. (Valerio Vincenzo)
Il confine tra Lituania e Lettonia, 2010. (Valerio Vincenzo)
Il confine tra Slovacchia e Polonia, 2011. (Valerio Vincenzo)
Il confine tra Polonia e Slovacchia, 2011. (Valerio Vincenzo)
Il confine tra Finlandia e Svezia, 2013. (Valerio Vincenzo)

Quando non c’erano frontiere

Con l’entrata in vigore del trattato di Schengen, nel 1995, le frontiere di una gran parte del continente europeo sono sparite. Grazie all’adesione di 26 paesi, 16.500 chilometri di frontiere potevano essere attraversate senza controlli. È nato così il più grande territorio al mondo che prevede per legge la libera circolazione di beni e persone.

Ora che i termini del trattato sono in fase di revisione e che lungo alcuni confini sono stati reintrodotte forme di controllo, le frontiere riprendono vita. Ma per anni sono rimaste solo delle linee invisibili, ricordo di un passato che sembrava destinato non tornare.

Dal 2007, il fotografo Valerio Vincenzo ha percorso queste linee invisibili con l’aiuto di un gps e di alcune cartine geografiche molto dettagliate. Ne ha ricavato il lavoro Borderline, the frontiers of peace.

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