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Scanno, 1959. (Mario Giacomelli, Archivio Mario Giacomelli)
Questo ricordo lo vorrei raccontare, Senigallia, 2000. (Mario Giacomelli, Archivio Mario Giacomelli)
Mario Giacomelli nella sua camera oscura, 1999. (Mario Giacomelli, Archivio Mario Giacomelli)
Io non ho mani che mi accarezzino il volto, 1961-1963. (Mario Giacomelli, Archivio Mario Giacomelli)
Presa di coscienza sulla natura, Marche, 1977-2000. (Mario Giacomelli, Archivio Mario Giacomelli)
Ritratto di Mario Giacomelli, 1999. (Guido Harari, Contrasto)
Presa di coscienza sulla natura, Marche, 1977-2000. (Mario Giacomelli, Archivio Mario Giacomelli)

Mario Giacomelli a Roma

Il 22 marzo palazzo Braschi inaugura una grande mostra antologica, per la prima volta a Roma, su Mario Giacomelli (1925-2000). Con circa duecento fotografie in formato originale, La figura nera aspetta il bianco è un’immersione nell’arte, nella poesia e nella creatività di uno dei fotografi italiani più amati.

La mostra (aperta fino al 29 maggio) ospita le serie più famose di Giacomelli: dai primi scatti sulla spiaggia di Senigallia ai “pretini” in festa, fino alle atmosfere fuori del tempo di Scanno e alla storia Un uomo, una donna, un amore. Ma protagonista assoluto dell’opera del fotografo è il paesaggio marchigiano, che per tutta la sua vita non si è mai stancato di raccontare delineando uno stile caratterizzato dalla tensione drammatica e lirica tra bianco e nero.

L’evento è accompagnato da un libro pubblicato da Contrasto che alle immagini affianca i testi critici di Ferdinando Scianna, Christian Caujolle, Alistair Crawford, Goffredo Fofi, Roberta Valtorta, Paolo Morello e Alessandra Mauro.

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