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A sinistra: Diarra Fatoumata, 52 anni. A destra: foglia dell’albero del cacao. (Francesco Zizola)
A sinistra: Konan Akissi, 55 anni. A destra: semi di palma. (Francesco Zizola)
A sinistra: Goly NGuessan, 40 anni. A destra: interno del frutto del cacao dopo l’essiccazione al sole. (Francesco Zizola)
A sinistra: Koko Amenan, 64 anni. A destra: frutto del cacao (cabosse) svuotato. (Francesco Zizola)
A sinistra: Antoinette Amenanne, 44 anni. A destra: semi del cacao. (Francesco Zizola)
A sinistra: Koliassi Affoue Pauline, 44 anni. A destra: sapone prodotto nella fabbrica Afemcoop, con polvere di potassio ottenuta dalla combustione dei gusci di cacao, olio di palma e altri elementi naturali. (Francesco Zizola)
A sinistra: Awa Dramane, 47 anni. A destra: foglia dell’albero del cacao. (Francesco Zizola)
A sinistra: Kouadio Affoue, 69 anni. A destra: sapone confezionato e prodotto nella fabbrica Afemcoop. (Francesco Zizola)
A sinistra: Sanata Bamba, 46 anni. A destra: cabosse del villaggio di Gho. (Francesco Zizola)
A sinistra: Kanto Nathalie, 50 anni. A destra: scaglie di sapone prodotto nella fabbrica Afemcoop. (Francesco Zizola)

Le nuove donne del cacao

La Costa d’Avorio è il principale produttore al mondo di cacao, ne produce oltre un milione e mezzo di tonnellate all’anno. Quasi tutto il raccolto, però, viene esportato all’estero, dove l’industria del cacao fattura circa 66 miliardi di euro ogni anno. Nelle piantagioni lavorano principalmente donne e bambini, spesso sfruttati e vittime di tratta.

Tra le donne c’è da tempo la tradizione di usare gli scarti dei semi di cacao per produrre del sapone. Dopo aver visto questa attività, l’imprenditrice ivoriana Solange N’Guessan, che ha studiato management agricolo ed è a capo di 18 cooperative, ha deciso di aprire una fabbrica di sapone nel suo paese. “Ho trasformato una pratica antica in una produzione organizzata, con macchinari che hanno reso il lavoro meno faticoso e accessibile al maggior numero di donne possibile. È una fabbrica sostenibile perché utilizza materiali naturali del luogo: gusci del cacao e olio di palma”. L’azienda ora dà lavoro a molte donne, che hanno trasformato una loro tradizione domestica in opportunità di guadagno, e quindi di emancipazione, visto che hanno cominciato a vendere i loro prodotti ai circa cinquemila coltivatori della zona.

Francesco Zizola, che quest’anno terrà un workshop durante il festival di Internazionale a Ferrara, ha fotografato queste donne e il loro lavoro. Il suo progetto fotografico è diventato una mostra, intitolata “Le nuove donne del cacao”, che si terrà dal 1 al 17 luglio 2016 alla Triennale di Milano.

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