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Glass tears, 1932. (Man Ray, The Sir Elton John photography collection/Man Ray trust/Adagp/Dacs)
Salvador Dalí, New York, 1947. (Irving Penn, The Sir Elton John photography collection/The Irving Penn foundation)
A bee on a sunflower, 1920 circa. (Edward Steichen, The Sir Elton John photography collection)
Dancer, Willem van Loon, Parigi, 1932. (Ilse Bing, The Sir Elton John photography collection/The estate of Ilse Bing)
Rayograph, 1923. (Man Ray, The Sir Elton John photography collection/Man Ray trust/Adagp/Dacs)
Dora Maar, 1936. (Man Ray, The Sir Elton John photography collection/Man Ray trust/Adagp/Dacs)
Underwater swimmer, Esztergom, Ungheria, 30 giugno 1917. (André Kertész, The Sir Elton John photography collection/Estate of André Kertész/Higher Pictures)
George Washington bridge, 1933. (Margaret Bourke-White, The Sir Elton John photography collection/Estate of Margaret Bourke-White/Licensed by Vaga)
Patricia, New York, 1942 circa. (Josef Breitenbach, The Sir Elton John photography collection/Josef and Yaye Breitenbach Charitable foundation/Per gentile concessione della galleria Gitterman)
Bandolier, corn and sickle, 1927. (Tina Modotti, The Sir Elton John photography collection)
Nude, 1936. (Edward Weston, The Sir Elton John photography collection/1981 Center for creative photography/Arizona board of regents)
Christ or chaos?, 1946. (Walker Evans, The Sir Elton John photography collection/Walker Evans archives/The Metropolitan museum of art)

La collezione radicale di Elton John

Un aspetto poco conosciuto della vita di Elton John è quello di essere un appassionato collezionista di fotografia. Negli ultimi venticinque anni ha raccolto centinaia di foto, appartenenti ad autori che hanno incarnato un momento cruciale nell’evoluzione del linguaggio fotografico del novecento: il modernismo.

Tra il 1920 e il 1950 fotografi come Man Ray, André Kertész, Aleksandr Rodčenko, Edward Steichen e Margaret Bourke-White hanno saputo interpretare lo spirito del tempo, un’esigenza di trovare nuovi modi per raccontare la modernità di inizio novecento. Con la spinta delle avanguardie storiche e i progressi tecnologici, gli artisti hanno cominciato a usare la fotografia per sperimentare e testare i suoi limiti e dotarla di un linguaggio autonomo rispetto alle altri arti, reinventando i generi.

Attualmente quella di Elton John una delle più grandi collezioni private di fotografia al mondo. Il musicista e i curatori della Tate modern di Londra hanno quindi pensato di condividerla con il pubblico con la mostra The radical eye: modernist photography from the sir Elton John collection, aperta fino al 21 maggio. “Collezionare fotografia mi ha aperto gli occhi”, racconta la popstar, “vorrei che le persone andassero via dalla mostra pensando agli artisti che hanno realizzato queste immagini, rimanendo meravigliate e affascinate da come hanno sperimentato e cambiato per sempre il modo in cui vediamo le cose”.

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