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Calcutta, India, il 12 marzo. (Dibyangshu Sarkar, Afp)
Il lancio di polvere colorata nel tempio induista Banke Bihari di Vrindavan, in India, l’8 marzo. (Manish Swarup, Ap/Ansa)
Le vedove festeggiano Holi nel tempio Gopinath di Vrindavan, in India. Fino a qualche anno fa, le vedove indù non potevano celebrare la festa perché dopo la morte del marito dovevano vestirsi solo di bianco e astenersi da qualsiasi tipo di festeggiamento. (Manish Swarup, Ap/Ansa)
A una ragazza viene lanciata dell’acqua colorata a Mumbai, in India, il 13 marzo. (Shailesh Andrade, Reuters/Contrasto)
Nel villaggio di Nandgaon, nello stato indiano dell’Uttar Pradesh, il 7 marzo. (Adnan Abidi, Reuters/Contrasto)
A Chennai, in India, il 12 marzo. (Arun Sankar, Afp)
A Barsana, nello stato indiano dell’Uttar Pradesh, il 6 marzo. (Cathal McNaughton, Reuters/Contrasto)
Studenti a Bhopal, in India, il 1o marzo. (Sanjeev Gupta, Epa/Ansa)
A Kathmandu, in Nepal, il 12 marzo. (Narendra Shrestha, Epa/Ansa)
Uomini proveniente dal villaggio di Nandgaon festeggiano nel tempio Radha Rani di Barsana, vicino a Mathura, in India, il 6 marzo. (Rajat Gupta, Epa/Ansa)

Holi, l’abbraccio della primavera

L’India festeggia l’arrivo della primavera con Holi, la festa dei colori. È un’occasione per il paese di scendere in strada e divertirsi. È una festa democratica perché coinvolge tutti senza distinzione d’età, sesso e origine sociale. I festeggiamenti cominciano la notte prima di Holi, l’ultima notte di luna piena del mese indù di phalgun che corrisponde al periodo tra febbraio e marzo.

La festa ha radici antiche. Si pensa che i primi festeggiamenti furono celebrati trecento anni prima della nascita di Cristo. La leggenda narra la storia di Hiranyakashipu, dio di tutti i demoni, che si elegge re dell’universo. Suo figlio, Prahalad tuttavia è devoto a Vishnu, dio della luce e del bene. Dopo numerosi tentativi di uccidere il figlio, Hiranyakashipu lo condanna al rogo e, insieme a sua sorella Holika (immune al fuoco), organizza una pira per bruciare insieme Holika e Prahalad. La devozione di Prahalad a Vishnu lo salva dalle fiamme, mentre Holika è ridotta in cenere. L’esempio di Prahalad è celebrato da quel giorno, e personificato con il bene, mentre la sconfitta di Holika è identificata come la disfatta del male. I grandi fuochi accesi nella notte di Holi celebrano il trionfo del bene sul male e la distruzione dei demoni con la forza del fuoco.

La festa è un inno alla gioia, onora la vita che rinasce con la primavera. Con il sorgere del sole del giorno successivo, Holi si tinge di mille colori. Sono usate polveri colorate ricavate da fiori essiccati, che si possono facilmente produrre in casa. Durante la festa di Holi si balla, si canta e si sta insieme.

Negli ultimi anni la festa è stata imitata e riprodotta in molte parti del mondo, e nella stessa India è diventata un’importante attrazione turistica. Tuttavia la sua commercializzazione ha avuto anche conseguenze spiacevoli, perché è aumentata la vendita di polveri tossiche per la pelle. Di conseguenza sono state organizzate delle campagne che invitano a usare solo polveri naturali, che non hanno impatto sulla salute e che non danneggiano l’ambiente.

Holi rimane comunque una delle più importanti festività indiane, perché supera il concetto di casta e riesce a rafforzare l’unione sociale celebrando la felicità e lo stare insieme.

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