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Durante una cerimonia Abakuá, Guanabacoa. (Nicola Lo Calzo, L’agence à Paris/Luzphoto)
La Reyna e La Real, un duo rap femminile, Centro Habana. “Vogliamo parlare a tutte le donne, a quelle cubane, senza distinzioni. La nostra musica è molto legata alla storia cubana, erede della schiavitù e del razzismo”. (Nicola Lo Calzo, L’agence à Paris/Luzphoto)
Oneyda, Raoul e Osmiel del gruppo Lamento cimarrón, un progetto culturale di ricostruzione storica creato dal governo nel 1998. Grotta Palenque de los cimarrones, Viñales. (Nicola Lo Calzo, L’agence à Paris/Luzphoto)
Lavori di ristrutturazione dell’hotel Impérial in occasione del cinquecentesimo anniversario della fondazione della città di Santiago de Cuba. (Nicola Lo Calzo, L’agence à Paris/Luzphoto)
Iliana, ballerina di tumba francesa, La Caridad de Oriente, Santiago de Cuba. La tumba francesa è una danza nata a Cuba tra le schiave creole sbarcate a Cuba seguendo i loro padroni francesi che scappavano dalla rivoluzione haitiana. (Nicola Lo Calzo, L’agence à Paris/Luzphoto)
Nel tempio della loggia d’Oriente, Santiago de Cuba. (Nicola Lo Calzo, L’agence à Paris/Luzphoto)
Alcuni adepti della società segreta religiosa Abakuá entrano nel tempio per completare la cerimonia d’iniziazione, nella città portuale di Regla, alla periferia dell’Avana. L’Abakuá, introdotto a Cuba nel 1836 da liberti africani provenienti dalla Nigeria, accoglie solo maschi eterosessuali, quasi sempre ragazzi che vivono ai margini della società. In origine era riservata ai neri, ma oggi sono ammessi anche i bianchi. (Nicola Lo Calzo, L’agence à Paris/Luzphoto)
Sala da pranzo di Enriquez King Bell, responsabile di Cabildo del 7 Rayo, Santiago de Cuba. Enriquez pratica la regla del palo, una religione di origine congolese, da quando era molto giovane. (Nicola Lo Calzo, L’agence à Paris/Luzphoto)
Leandro, 19 anni, adepto della società Abakuà Erume Efo, Guanabacoa. “Ho cominciato sei mesi fa. Sto facendo il servizio militare. La mia vita è divisa tra la caserma e la mia famiglia Abakuà. Oggi non c’è più incompatibilità tra la religione Abakuà e i doveri della rivoluzione”. (Nicola Lo Calzo, L’agence à Paris/Luzphoto)
Antonio Alvaris, discendente di schiavi mozambicani, con la divisa dei guerrieri mambí, che combatterono contro gli spagnoli durante la guerra d’indipendenza cubana (1895-1898). (Nicola Lo Calzo, L’agence à Paris/Luzphoto)

Cuba sotterranea

“Non c’è una sola Cuba, ce ne sono due”, spiega il fotografo italiano Nicola Lo Calzo. “Quella ufficiale, con i suoi miti, gli eroi della rivoluzione e i nemici storici. E poi quella sotterranea, silenziosa, segreta, invisibile agli occhi degli stranieri. Queste due realtà convivono in un equilibrio precario e in uno scambio continuo. È un equilibrio nato all’epoca della colonizzazione spagnola e presente ancora oggi, dopo aver superato indenne il periodo dell’ingerenza statunitense”.

Tra il 2015 e il 2016, Lo Calzo è stato a Cuba quattro volte con l’obiettivo di documentare questi spazi di resistenza e di libertà in cui vivono le comunità afrocubane eredi della diaspora africana e della schiavitù. “Sono tutte forme di resistenza al potere, di esercizio individuale della libertà, che devono molto alla lotta per l’emancipazione degli schiavi nell’ottocento. Funzionano come una valvola di sfogo per una società sotto molti aspetti asfissiante”, racconta ancora Lo Calzo.

Ne è nato il progetto Regla, in cui il fotografo ha raccontato società segrete come quella maschile Abakuá, le confraternite religiose e il movimento hip hop, sottoposto a una forte censura negli ultimi vent’anni.

Regla diventerà un libro pubblicato dalla casa editrice Kehrer, in collaborazione con L’agence à Paris e l’agenzia Luzphoto. Le immagini saranno accompagnate da testi di diversi autori tra cui la poeta cubana Nancy Morejon. Si può contribuire alla produzione di una parte del libro sul sito della campagna di crowdfunding.

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