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Albert Badin (1747 o 1750-1822), ritratto da Gustaf Lundberg. Adolf Ludvig Gustav Fredrik Albert Badin fu servitore alla corte svedese e in seguito responsabile dei diari ufficiali. In origine schiavo (con il nome di Couchi), divenne maggiordomo della regina Luisa Ulrica di Prussia e poi della principessa Sofia Albertina di Svezia. Dalla serie Project diaspora, 2014. (Omar Diop, Per gentile concessione di MAGNIN-A, Parigi)
Nel 1944 a Thiaroye, alla periferia di Dakar, settanta tirailleurs senegalesi sono stati uccisi dal governo francese durante una protesta in cui chiedevano di essere retribuiti dopo aver combattuto in Europa contro i nazisti. Dalla serie Liberty, 2016. (Omar Diop, Per gentile concessione di MAGNIN-A, Parigi)
Pedro Camejo, 1790-1821-. Conosciuto come Negro primero (Il primo nero) combatté nell’esercito ribelle durante la guerra d’indipendenza venezuelana. Il soprannome gli fu attribuito per le sue abilità sul campo di battaglia. È considerato l’unico ufficiale nero che ha combattuto nell’esercito di Simon Bolívar. Dalla serie Project diaspora, 2014. (Omar Diop, Per gentile concessione di MAGNIN-A, Parigi)
Nel 1929, decine di migliaia di donne nigeriane si ribellarono alle potenze coloniali britanniche nella battaglia conosciuta come la guerra delle donne. Considerata la prima grande sfida all’autorità britannica in Nigeria e nell’Africa occidentale durante il periodo coloniale, questa insurrezione divenne un esempio storico di protesta femminista e anticoloniale. Dalla serie Liberty, 2016. (Omar Diop, Per gentile concessione di MAGNIN-A, Parigi)
L’iniziativa Free breakfast for children è stato un programma d’istruzione organizzato dalle pantere nere a Oakland, in California, e dedicato ai bambini dei quartieri più svantaggiati. Ispirati dalle ricerche dell’epoca che sostenevano il ruolo essenziale della colazione per migliorare il rendimento scolastico, gli attivisti preparavano la colazione ai bambini più poveri. Nel 1969, arrivarono a preparare cibo per ventimila ragazzi in 19 città diverse degli Stati Uniti. Dalla serie Liberty, 2016. (Omar Diop, Per gentile concessione di MAGNIN-A, Parigi)
Dal 1974 al 1980 si svolse uno sciopero contro la Sonacotra, un’agenzia di proprietà statale francese che forniva alloggi ai lavoratori migranti africani. Il Sonacotra tenant strike è considerata la prima protesta collettiva di neri africani nella Francia postcoloniale. Dalla serie Liberty, 2016. (Omar Diop, Per gentile concessione di MAGNIN-A, Parigi)
Benedetto Manasseri (1526–1589), noto anche come Benedetto il moro, nacque a San Frantello, in Sicilia, da schiavi africani. Fu liberato alla nascita per il servizio dei suoi genitori verso la chiesa. Beatificato da Benedetto XIV nel 1743 e canonizzato nel 1807 da Papa Pio VII, è venerato come un santo nelle chiese cattoliche e luterane, e ricordato per la sua carità, i suoi poteri di guarigione professati. Dalla serie Project diaspora, 2014. (Omar Diop, Per gentile concessione di MAGNIN-A, Parigi)
Le tre marce da Selma a Montgomery del 1965 hanno rappresentato un momento decisivo nella lotta per i diritti civili e per il diritto di voto dei neri. Dalla serie Liberty, 2016. 
 (Omar Diop, Per gentile concessione di MAGNIN-A, Parigi)

Un volto per la libertà 

Fino al 3 novembre la galleria Autograph a Londra ospita la prima grande mostra dedicata all’artista senegalese Omar Diop. L’esposizione prevede due serie in cui Diop si mette al centro delle immagini interpretando dei ruoli.

In Liberty: a universal chronology of black protest Diop riflette su alcuni dei momenti cruciali della storia delle rivolte dei neri, sia in Africa sia negli Stati Uniti, dalle rivolte anticolonialiste in Senegal alle battaglie delle pantere nere alle proteste più recenti per la morte di Trayvon Martin. Pieni di dettagli e simbologie, i suoi tableaux vogliono far riflettere sulle rivolte degli schiavi e sulle lotte dei movimenti d’indipendenza: “Le mie foto sono una narrazione reinventata della storia dei neri, ma anche della storia dell’umanità e del concetto di libertà”, spiega Diop.

In Project diaspora invece si è ritratto prendendo ispirazione da dipinti storici realizzati tra il seicento e l’ottocento, in cui ha inserito elementi del mondo di oggi, legati soprattutto al calcio. “M’interessa il calcio come fenomeno globale che spesso rivela il grado di razzismo nelle diverse società. In Europa i calciatori africani vengono visti a volte come eroi, altre sono insultati in campo, dove l’integrazione appare un’illusione distrutta in modo brutale. Con il mio lavoro cerco di indagare questo paradosso”, afferma ancora l’artista.

Anche se Diop è al centro delle sue immagini, non le definisce autoritratti nel senso tradizionale del termine, ma piuttosto come ritratti metaforici, in cui ha anche cercato di reinventare la grande eredità della fotografia in studio africana.

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