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Dalla mostra Stories that make a difference. La fotografa Ami Vitale ha documentato il lavoro del Northern rangelands trust, un ente che sostiene trentacinque comunità nel nord e sulla costa del Kenya. Lo scopo di questa rete è costruire un modello di sviluppo sostenibile, garantendo i servizi di base per le popolazioni locali e promuovendo un turismo responsabile. (Ami Vitale, Festival della fotografia etica di Lodi)
Kenya del nord, dalla mostra Stories that make a difference. (Ami Vitale, Festival della fotografia etica di Lodi)
Dalla mostra Stories that make a difference. Liu Juan si occupa dei cuccioli nel centro per panda giganti Bifengxia, nella provincia cinese di Sichuan. (Ami Vitale, Festival della fotografia etica di Lodi)
Mucche pronte per essere vendute all’asta a Bitburg, Germania, 2015. (Nikita Teryoshin, Festival della fotografia etica di Lodi)
Dalla serie Hornless heritage. Un set fotografico a Verden per Schau der Besten, la più importante competizione bovina in Germania, 2017. (Nikita Teryoshin, Festival della fotografia etica di Lodi)
Dalla serie Hornless heritage. Heidi, un modello anatomico di mucca, nella facoltà di medicina dell’università di Berlino, 2017. È l’unico modello che mostra le conseguenze sull’animale della Bse, l’encefalopatia spongiforme bovina, nota anche come morbo della mucca pazza. (Nikita Teryoshin, Festival della fotografia etica di Lodi)
Dalla serie The price of vanity. Un caimano viene scuoiato all’interno di un allevamento intensivo a Puerto Giraldo, Colombia, 2014. (Paolo Marchetti, Festival della fotografia etica di Lodi)
Dalla serie The price of vanity. Un allevamento intensivo di struzzi nella provincia tailandese di Ratchaburi, vicino a Bangkok, 2015. La pelle di struzzo è una delle più richieste nel settore del lusso; i principali importatori sono paesi dove la moda è un settore molto sviluppato, come l’Italia, la Francia e gli Stati Uniti. (Paolo Marchetti, Festival della fotografia etica di Lodi)
Dalla serie The price of vanity. In un villaggio vicino a Grodzisk Wielkopolski, 2014. Qui si trova uno dei più importanti allevamenti intensivi di visoni della Polonia; in questo deposito arrivano i corpi dei visoni, dopo essere stati asfissiati con il gas. (Paolo Marchetti, Festival della fotografia etica di Lodi)
Dalla serie Dogs men, Cina. (Wu Jingli, Festival della fotografia etica di Lodi)
Dalla serie Dogs men, Cina. (Wu Jingli, Festival della fotografia etica di Lodi)
Dalla serie Dogs men, Cina. (Wu Jingli, Festival della fotografia etica di Lodi)

Il futuro degli animali

Per quattro settimane la città di Lodi torna ad ospitare la nona edizione del festival della fotografia etica, da sempre dedicato al racconto dell’attualità attraverso il fotogiornalismo.

Tra gli appuntamenti di quest’anno, un focus tematico sul rapporto tra gli esseri umani e il mondo animale, che sarà esaminato attraverso lo sguardo di quattro autori. In Stories that make a difference viene presentato il lavoro che la statunitense Ami Vitale ha svolto negli ultimi anni come ambasciatrice Nikon e fotografa del National Geographic. Viaggiando in più di novanta paesi, Vitale preferisce documentare situazioni dove sono in primo piano la salvaguardia dell’ambiente e uno sviluppo sostenibile.

Con Hornless heritage Nikita Teryoshin mostra invece le conseguenze inquietanti di un’economia alimentare basata sugli allevamenti intensivi, concentrandosi sulle mucche tedesche. In Germania infatti gli scienziati lavorano da anni sulla realizzazione della “supermucca”, una razza che possa garantire una produzione di latte quattro volte superiore rispetto agli standard attuali. Per perfezionare la supermucca sarà necessario però fare a meno delle corna, importanti sia per la produzione di latte che per la salute dell’animale, ma che all’interno di un allevamento dove le mucche vivono in spazi minuscoli rappresentano solo una causa di incidenti.

Paolo Marchetti denuncia le sofferenze che gli animali devono subire per soddisfare l’esigenze del mercato della moda e del lusso, in particolare per la vendita delle loro pelli. The price of vanity è un lavoro in corso, in cui finora il fotografo ha documentato un allevamento di coccodrilli in Colombia, di visoni in Polonia, di struzzi in Thailandia. Inoltre ha raccontato la fase della concia e il circuito dell’alta moda. Per Marchetti, questo commercio “è una mostruosità, consentita dalla legge; è lo sterminio di specie animali per un fine puramente estetico”.

Uno dei giochi d’azzardo più diffusi in Cina sono le scommesse sui combattimenti tra cani, nonostante siano illegali. Con Dogs men il fotografo Wu Jingli ci porta in una realtà dove il legame tra l’animale e il suo padrone assume risvolti meschini e crudeli, perché ogni cane coinvolto in un combattimento viene maltrattato e usato fino alla morte, senza pietà.

Dal 6 al 28 ottobre al festival della fotografia di Lodi saranno in mostra anche i vincitori del premio World report, le foto di Shah Marai - il reporter dell’Afp ucciso a Kabul lo scorso aprile - e lo spazio dedicato ai reportage commissionati dalle ong.

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