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Guns and roses, 2017, dalla serie Domestic demise. (Patty Carroll, Per gentile concessione della galleria Catherine Couturier)
Booky, 2017, dalla serie Domestic demise. (Patty Carroll, Per gentile concessione della galleria Catherine Couturier)
Tubby, 2017, dalla serie Domestic demise. (Patty Carroll, Per gentile concessione della galleria Catherine Couturier)
Mad Mauve, 2018, dalla serie Domestic demise. (Patty Carroll, Per gentile concessione della galleria Catherine Couturier)
Tiki tackied out, 2018, dalla serie Domestic demise. (Patty Carroll, Per gentile concessione della galleria Catherine Couturier)
Picnicky, 2017, dalla serie Domestic demise. (Patty Carroll, Per gentile concessione della galleria Catherine Couturier)
Newsy, 2018, dalla serie Domestic demise. (Patty Carroll, Per gentile concessione della galleria Catherine Couturier)
Vines, 2017, dalla serie Domestic demise. (Patty Carroll, Per gentile concessione della galleria Catherine Couturier)

Trappole domestiche

Per vent’anni la fotografa statunitense Patty Carroll ha portato avanti una riflessione sull’identità femminile e il ruolo della donna nella vita domestica. Nel 2017 il progetto, Anonymous women, è diventato un libro e una mostra.

Negli anni settanta e ottanta Carroll ha lavorato come fotografa e insegnante all’Art institute di Chicago, ma nel 1992 si è trasferita a Londra quando suo marito è diventato il direttore del Royal college of art. Nonostante abbia continuato a lavorare anche nella capitale britannica, il fatto che la chiamassero “mrs Jones”, usando il cognome del marito, la infastidiva. “Andava bene, ma lo trovavo un po’ strano. Io sono Patty Carroll”, racconta. Si era resa conto, allora, che per qualcuno era normale far coincidere la sua identità con quella del marito. Questa esperienza le ha fornito lo spunto giusto per cominciare Anonymous women.

I colori saturi della tappezzeria e degli altri oggetti scelti da Carroll per i suoi set creano un ambiente domestico divertente ma allo stesso tempo soffocante, dove la donna, sempre con il volto coperto, subisce passivamente ciò che la circonda. Il progetto è diviso in capitoli e l’ultimo è Domestic demise, in cui le attività quotidiane, le ossessioni e gli oggetti consumano lo spazio della donna e la rendono protagonista di tragedie inaspettate. La galleria Catherine Couturier di Houston, Texas, dedica a quest’ultimo capitolo una mostra che rimarrà aperta fino al 16 febbraio.

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