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Una vecchia auto parcheggiata alla periferia di Firenze. (Mirko Viglino)
Uno dei posti vicino a Firenze frequentato da alcune coppie di amanti. (Mirko Viglino)
“Tu sei il povero schiavo in realtà di un incubo di tanti anni fa che ti domina, ma tu non sei pazzo come la gente dice. La tua fantasia, i tuoi sogni ti hanno preso la mano e governano il tuo agire”. Estratto dell’appello in tv fatto da Renzo Perugini, che dal 1986 al 1992 ha guidato la squadra di forze dell’ordine impegnate a indagare su otto duplici omicidi, commessi tra il 1968 e il 1985 in provincia di Firenze. (Mirko Viglino)
Cartelli a Giogoli, tra Firenze e Scandicci, dopo uno dei duplici omicidi, quello commesso nel 1983. Furono usati per dissuadere le coppie ad appartarsi nella zona e facevano parte di una campagna che comprendeva spot pubblicitari in tv, locandine e cartoline distribuite ai caselli autostradali, negli ostelli della gioventù e nei campeggi. (Mirko Viglino)
Copia dell’identikit dell’assassino, disegnata dall’agente della scientifica Giovanni Simpatia. Il disegno fu fatto sulla base delle testimonianze di due giovani che il 23 ottobre 1981 percorrevano la strada vicina a un luogo dove era stata uccisa una coppia di amanti. Nel corso degli anni sono stati realizzati quattro identikit. (Mirko Viglino)
Poster del film “Nuda per un pugno di eroi”. Il 21 agosto del 1968 Natalino Mele, che all’epoca avevi sei anni, fu portato al cinema dalla madre e dall’amante. Il film era vietato ai minori di quattordici anni. La donna e l’uomo furono uccisi quella sera. Natalino Mele sopravvisse ed è l’unico testimone del presunto serial killer. (Mirko Viglino)
Tutti gli omicidi furono compiuti nei giorni di Luna nuova. Secondo le indagini questo avrebbe permesso all’assassino di avvicinarsi alle vittime senza farsi notare. (Mirko Viglino)
Una Beretta calibro 22 serie 71. Lo stesso tipo di arma sarebbe stata usata negli otto duplici omicidi commessi tra il 1968 e il 1985. (Mirko Viglino)
La casa di una delle vittime. (Mirko Viglino)
Nell’agosto del 2016 un turista ha trovato lungo il fiume Ensa, nella frazione di Madonna dei tre fiumi, in Mugello, una Beretta calibro 22 serie 70. La polizia forense ha poi escluso che l’arma fosse quella usata dal cosiddetto mostro di Firenze. (Mirko Viglino)

Un’indagine fotografica

Nella serie Under the killing moon, il fotografo Mirko Viglino ha ripercorso le vicende legate agli omicidi di otto coppie di amanti commessi in provincia di Firenze tra il 1968 e il 1985.

“Ho cominciato a lavorare al progetto nel 2016, dopo il ritrovamento di una pistola Beretta compatibile con il modello usato dal cosiddetto mostro di Firenze. Si tratta del caso giudiziario più lungo della storia italiana e ancora oggi è al centro di ricerche indipendenti svolte da appassionati e professionisti del settore investigativo. Per realizzare il mio progetto ho seguito una di queste squadre”, spiega Viglino.

Con l’aiuto del criminologo Valerio Scrivo, che da più di 15 anni studia il caso, Viglino ha esaminato le carte della magistratura e le prove raccolte nel corso degli anni. Così ha creato un percorso visivo in cui ha mescolato riproduzioni di reperti, foto dei luoghi dove sono stati commessi i delitti e alcune suggestioni personali.

Il progetto di Viglino è esposto a Roma negli spazi dell’associazione Aurea fino al 10 marzo nella mostra curata da Giovanni Cocco.

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