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Eveleigh Nash a Buckingham palace, Londra, 1953. (Inge Morath, Fotohof archiv/Inge Morath foundation/Magnum)
Marylin Monroe sul set del film Gli spostati, Nevada, 1960. (Inge Morath, Fotohof archiv/Inge Morath foundation/Magnum)
Alberto Giacometti nel suo studio, 1958. (Inge Morath, Fotohof archiv/Inge Morath foundation/Magnum)
Audrey Hepburn sul set di Gli inesorabili, Messico, 1959. (Inge Morath, Fotohof archiv/Inge Morath foundation/Magnum)
Senza titolo (dalla serie delle maschere di Saul Steinberg), 1961. (Inge Morath, Fotohof archiv/Inge Morath foundation/Magnum)
Autoscatto, Gerusalemme, 1958. (Inge Morath, Fotohof archiv/Inge Morath foundation/Magnum)
Slitta con cinque cavalli a quaranta chilometri a ovest di Mosca, Russia, 1965. (Inge Morath, Fotohof archiv/Inge Morath foundation/Magnum)
Un lama a Times square, New York, 1957. (Inge Morath, Fotohof archiv/Inge Morath foundation/Magnum)

L’anima di Inge Morath

Inge Morath (1923-2002) è stata una traduttrice, una giornalista, una fotografa e la prima donna ad entrare nell’agenzia Magnum.

Nata a Graz, in Austria, Morath studia lingue a Berlino, cominciando così a tradurre e poi a scrivere per la rivista Heute. In questi anni conosce e collabora con Ernst Haas, che fa parte dell’agenzia Magnum, e grazie a lui si avvicina alla fotografia. Magnum è stata appena fondata a Parigi, da un gruppo di fotografi che vuole organizzarsi come una cooperativa per garantire il pieno controllo e rispetto del proprio lavoro. Morath comincia a collaborare con loro come scrittrice e ricercatrice, ma dal 1951 realizza anche i primi progetti fotografici. Due anni dopo, entra nell’agenzia come fotografa.

La sua carriera è segnata dai viaggi e dagli incontri con grandi personaggi. Prima di partire per un reportage o di incontrare un artista da ritrarre, Morath si prepara, studia, in modo da creare un profondo contatto con il soggetto, lasciandosi guidare anche da una grande sensibilità: “Ti fidi dei tuoi occhi”, dice, “e non puoi fare a meno di mettere a nudo la tua anima”.

Fino al 9 giugno la Casa dei carraresi di Treviso ospita la prima retrospettiva italiana su Inge Morath, con 150 foto e decine di documenti.

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