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Angarsk, 2017. (Dmitry Markov)
Idritsa, 2016. (Dmitry Markov)
Mosca, 2016. (Dmitry Markov)
Kuzaranda, Repubblica di Carelia, 2018. (Dmitry Markov)
Kuzaranda, Repubblica di Carelia, 2018. (Dmitry Markov)
Dedovichy, 2018. (Dmitry Markov)
Čistopol, 2016. (Dmitry Markov)
Pskov, 2018. (Dmitry Markov)
Kaliningrad, 2018. (Dmitry Markov)
Kalyazin, 2018. (Dmitry Markov)

Educazione russa

Dmitry Markov è nato a Puškin, vicino a San Pietroburgo, nel 1982. La sua vita è stata segnata da vicende difficili e tormentate, come il rapporto con il padre alcolista e la dipendenza da oppioidi. Tutto questo lo ha portato a fare l’assistente sociale, poi il giornalista e il fotografo, e infine a raccontare la vita quotidiana della provincia russa.

Scatta le sue prime foto negli orfanotrofi, fino a quando non si stabilisce a Pskov, una piccola città al confine con l’Estonia, dove continua a lavorare con bambini e giovani emarginati. Dopo che gli rubano la macchina fotografica, comincia a scattare con l’iPhone e a usare Instagram, dove oggi ha circa 425mila follower.

Markov rifiuta l’etichetta di fotografo sociale perché “si tratta dei miei incontri, delle mie esperienze personali e degli istanti che ho vissuto con quelle persone. Ogni nuova immagine è un altro capitolo della mia storia. E quando mi chiedono perché mi attirano gli aspetti più sgradevoli o negativi della vita, rispondo: ‘Perché ne faccio parte’”.

Nel 2015 Markov ha ricevuto il Getty Images Instagram grant, dedicato alla fotografia documentaristica. Nel 2018 ha pubblicato il libro #Draft #Russia, per la casa editrice Treemedia. Fino al 30 novembre le sue foto sono esposte, per la prima volta in Italia, dalla galleria VisionQuestT 4rosso di Genova.

Il suo lavoro è stato pubblicato anche sul numero 1308 di Internazionale, accompagnato da un testo di Christian Caujolle.

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