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Quando comincia la privacy

Entrando in camera di mio figlio di dodici anni l’ho trovato che si masturbava guardando il telefono. Sono stata colta di sorpresa e ho fatto finta di nulla, ma mi chiedo se io o il padre dobbiamo affrontare il discorso con lui.–Lettera firmata

Da un rapido sondaggio tra i miei amici maschi ho scoperto che questo episodio è successo anche a molti di noi da ragazzi. E i vari casi che ho raccolto sono accomunati da un fatto: dopo quella volta, non è più successo. Perché per un dodicenne è una situazione talmente imbarazzante, che la lezione s’impara in fretta.

La masturbazione riguarda il rapporto con il proprio corpo ed è una delle sfere più intime che ci siano, quindi va gestita per conto proprio. Ci sono alcuni casi in cui è giusto che i genitori intervengano, per esempio quando i bambini e le bambine la scoprono troppo presto e non sanno trattarla come un’attività privata, masturbandosi anche davanti agli altri; oppure se diventa un’abitudine compulsiva.

Ma immagino non sia il caso di tuo figlio. Probabilmente avrà capito che deve assicurarsi di non poter essere sorpreso da qualcuno. E comunque voi dovreste cominciare a concedergli un po’ di privacy, per esempio bussando alla porta della sua stanza.

Quello invece di cui dovete parlare è ciò che stava guardando sul telefono: la pornografia online offre una rappresentazione distorta e spesso violenta del sesso, e purtroppo è talmente accessibile che i genitori non possono lasciare che i figli la elaborino da soli. Su quello è bene aprire un canale di comunicazione, ma senza collegarlo all’episodio di questi giorni.

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