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La popolazione di Garissa manifesta contro il terrorismo dopo la strage

Cortei e veglie di preghiera in tutto il paese per le 148 vittime della strage all’università di Garissa, dove il 2 aprile quattro uomini di Al Shabaab hanno sequestrato e ucciso centinaia di studenti nel campus della città, al confine con la Somalia

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Proteste a Nairobi contro il presidente Kenyatta dopo la strage di Garissa

Studenti universitari protestano fuori dalla sede della polizia a Nairobi dopo l’attacco di Al Shabaab contro l’università di Garissa, in cui hanno perso la vita 148 persone.

Circa duecento studenti hanno manifestato a Nairobi martedì 7 aprile, nel terzo giorno di lutto per le 148 vittime della strage di Garissa, contro l’incapacità del governo di proteggere la popolazione dagli attacchi terroristici. Il corteo è arrivato fino agli uffici del presidente Uhuru Kenyatta dove un gruppo ristretto di studenti è riuscito a entrare e consegnare una petizione per chiedere il miglioramento dell’equipaggiamento delle forze di sicurezza e la creazione dei centri di vigilanza con poliziotti in allerta ventiquattr’ore su ventiquattro. Durante il corteo alcuni studenti si sono fermati, con candele e fiori in mano, per intonare delle preghiere in memoria delle vittime.

La stampa keniana e diverse amministrazioni locali hanno accusato le autorità di aver ignorato i rischi legati al terrorismo nelle regioni al confine con la Somalia e hanno criticato il tempo impiegato dalle forze di sicurezza per arrivare a Garissa mentre l’attacco era in corso. “Lo stato aveva ricevuto l’allarme e non è stato in grado di rispondere in modo adeguato”, ha dichiarato Stephen Mwadime, segretario generale dell’associazione degli studenti dell’università Kenyatta de Nairobi. Afp

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