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Diecimila migranti soccorsi nel Mediterraneo, si teme un naufragio di 400 persone

Dal 10 aprile la guardia costiera ha soccorso diecimila persone in mare. Secondo i superstiti quattrocento migranti hanno perso la vita in un naufragio al largo delle coste della Libia

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L’Unione europea affonda nel Mediterraneo

La procura di Palermo chiede che i quindici migranti accusati di avere gettato in mare dodici compagni di viaggio di religione cristiana rimangano in carcere. Secondo il procuratore generale di Palermo, Francesco Lo Voi, l’inchiesta è ancora all’inizio e c’è “molto lavoro da fare per ricostruire esattamente la dinamica dei fatti”.

Da dieci giorni gli arrivi dei migranti provenienti dalla Libia si succedono sulle coste del sud dell’Italia. Nel suo editoriale il quotidiano francese Le Monde scrive che: “Quello che sta succedendo da due anni nel Mediterraneo, cimitero di naufraghi irregolari, è un’offesa non solo alla dignità umana ma anche ai valori e alla razionalità economica sui quali è fondata l’Unione europea”.

Secondo Le Monde, “finora l’Unione europea ha affrontato questa crisi come una sorta di epifenomeno stagionale, oscillante in funzione delle condizioni meteorologiche, della nostra impotenza nei confronti della guerra in Siria e delle convulsioni della Libia. In un primo tempo ha lasciato l’Italia gestire da sola una tragedia che si svolgeva al largo delle sue coste. Quando l’Italia ha dichiarato di non poter più sopportare il costo di questa iniziativa, l’operazione Mare nostrum, Bruxelles ha organizzato nell’autunno 2014 un piano più modesto di controllo delle frontiere, l’operazione Triton”.

Ma tutto questo, scrive Le Monde, non è sufficiente: “la guerra in Siria continua a spostare milioni di persone, le organizzazioni terroristiche islamiste continuano a provocare il caos, la Libia continua a dividersi e i contrabbandieri a provocare la morte. Il flusso di profughi non si ridurrà da solo. Si tratta di una crisi destinata a durare nel tempo. È urgente che i paesi europei si rendano conto insieme della portata di questo fenomeno e considerino l’immigrazione clandestina come una priorità comune, perché riguarda tanto i paesi del sud quanto quelli del nord”. “In un contesto politico caratterizzato dall’affermazione del populismo e dall’ostilità all’immigrazione”, conclude il giornale, “le soluzioni saranno difficili da elaborare. Ma più l’Unione aspetterà per affrontare il problema e adottare una vera politica di immigrazione, più gli europei si troveranno coinvolti nella crisi, e più questa crisi diventerà esplosiva”.

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