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Attentato al ministero della giustizia di Kabul, almeno sei morti

Un attentatore suicida si è fatto esplodere a bordo di un’auto nel parcheggio del ministero della giustizia, nel pieno centro della capitale afgana. L’attacco è stato rivendicato dai taliban

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Attentato al ministero della giustizia di Kabul, sei morti

Vigili del fuoco al lavoro per spegnere l’incendio provocato dall’esplosione di un’autobomba a Kabul, il 19 maggio.

Almeno sei persone sono morte nell’esplosione causata da un attentatore suicida nel parcheggio del ministero della giustizia di Kabul in Afghanistan. Ne danno notizia i principali siti afgani, che parlano di decine di feriti. L’attentato è stato rivendicato con un’email ai giornalisti dal portavoce dei taliban Zabihullah Mujahid ed è il quinto grave attacco nella capitale afgana in poco più di due settimane.

Un poliziotto ha raccontato che l’attentatore si è fatto esplodere a bordo di un’auto nel parcheggio del ministero, non lontano dall’hotel Serena, nel tardo pomeriggio. La deflagrazione è stata così potente che una grossa colonna di fumo nero era ben visibile in tutto il centro cittadino e che i vetri delle finestre sono andati in frantumi anche nel quartiere diplomatico, che si trova a qualche chilometro di distanza. Quest’ultima circostanza ha fatto credere inizialmente a diversi testimoni che l’attentato avesse colpito la zona delle ambasciate.

I taliban avevano già preso di mira i dipendenti pubblici del settore giudiziario, con gli attentati contro due pulmini che trasportavano alcuni collaboratori del procuratore generale. Il 17 maggio scorso un attentatore suicida si è fatto esplodere contro un convoglio della missione di polizia dell’Unione europea in Afghanistan, uccidendo due civili afgani e un agente di sicurezza privato. Quattro giorni prima, un commando di uomini armati aveva fatto incursione in una foresteria di Kabul uccidendo 14 persone tra cui l’italiano Alessandro Abati.

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