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Il gruppo Stato islamico distrugge il carcere di Palmyra, simbolo del regime siriano

La struttura è stata fatta saltare in aria il 30 maggio, dieci giorni dopo la conquista dell’antica città, patrimonio dell’umanità dell’Unesco, da parte dei jihadisti. Per ora il patrimonio culturale della città è stato risparmiato

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La preoccupazione dell’Onu per i civili rimasti a Palmyra

Le Nazioni Unite hanno espresso “profonda preoccupazione” per il destino dei civili rimasti nella città siriana di Palmyra, da ieri sotto il controllo totale del gruppo Stato islamico. Diverse testimonianze hanno riferito di “esecuzioni sommarie” e di perquisizioni casa per casa da parte dei jihadisti alla ricerca di persone vicine al governo. Secondo l’Onu, circa un terzo dei 200mila abitanti della città potrebbero essere fuggiti durante i combattimenti tra forze governative e jihadisti nei giorni scorsi. Ma alcune “fonti credibili” hanno raccontato all’organizzazione che le forze siriane presenti in città avrebbero impedito ai civili di fuggire prima della conquista dei jihadisti.

Secondo Ravina Shamdasani, portavoce dell’Onu a Ginevra, diverse persone hanno raccontato che gran parte della popolazione ha potuto lasciare la città solo tra il 20 e il 21 maggio, quando anche le forze governative si sono ritirate. La tv di stato aveva affermato invece che i soldati si erano ritirati solo dopo aver assicurato la fuga della maggior parte della popolazione.

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