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La destra che ha vinto le elezioni danesi non riesce a formare un governo unita

Il leader del partito liberale Lars Løkke Rasmussen non è riuscito a creare un governo di maggioranza con la destra xenofoba del Partito del popolo danese, che alle elezioni del 18 giugno ha trainato alla vittoria  tutta la coalizione di destra. Rasmussen avvia nuove consultazioni per dare un governo al paese

Altri 8 aggiornamenti

In Danimarca si vota per il rinnovo del parlamento

Dalle 9 in Danimarca si vota per le elezioni politiche anticipate. C’è incertezza sull’esito delle consultazioni, con gli ultimi sondaggi che mostravano una situazione di parità tra il blocco di destra guidato dall’ex premier Lars Løkke Rasmussen e la sinistra di governo della premier Helle Thorning-Schmidt. Le operazioni di voto proseguiranno fino alle 20, i primi exit poll saranno resi noti subito dopo la chiusura dei seggi.

I danesi sono chiamati a rinnovare la Folketing, il parlamento che conta 179 seggi. Il paese è diviso in dieci circoscrizioni, che a loro volta sono formate da distretti. A ogni circoscrizione è assegnato un determinato numero di seggi. Un totale di 135 saranno assegnati col metodo proporzionale, i restanti quaranta saranno attribuiti in modo da bilanciare qualsiasi differenza tra i risultati a livello distrettuale e quelli a livello nazionale. Groenlandia e isole Far Oer eleggeranno due deputati ciascuno e il loro voto potrebbe fare da ago della bilancia, secondo gli analisti.

La campagna elettorale si è tutta giocata sulla politica economica del paese e sul tema dell’immigrazione, con una forte crescita del Partito del popolo (dal 12,3 per cento al 20 per cento), una formazione populista che ha incentrato la propria campagna elettorale sulla necessità di politiche più severe in tema di accoglienza.

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