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La destra che ha vinto le elezioni danesi non riesce a formare un governo unita

Il leader del partito liberale Lars Løkke Rasmussen non è riuscito a creare un governo di maggioranza con la destra xenofoba del Partito del popolo danese, che alle elezioni del 18 giugno ha trainato alla vittoria  tutta la coalizione di destra. Rasmussen avvia nuove consultazioni per dare un governo al paese

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Testa a testa in Danimarca secondo i primi exit poll

Secondo i primi exit poll, in Danimarca il partito socialdemocratico sarebbe il primo partito con il 25,7 per cento dei voti, tuttavia non avrebbe abbastanza seggi per governare. Mentre il blocco formato dai partiti di centrodestra (Vensre e Partito del popolo) raggiungerebbe il 38,5 per cento dei voti (Venstre al 20 per cento, il Partito del popolo al 18,5 cento). I partiti che si sono presentati alle elezioni sono numerosi, ma sono raggruppati in due blocchi: centrosinistra e centrodestra.

Il centrosinistra è formato dai socialdemocratici guidati dall’attuale premier Helle Thorning-Schmidt, dai radicali, dal Partito socialista, dall’Alleanza rosso-verde e dell’Alternativa (un partito fondato nel 2013).

Lo schieramento del centrodestra è formato da: l’attuale partito d’opposizione Venstre, il Partito del popolo, l’alleanza liberale, il partito del popolo conservatore, i cristiani democratici.

Secondo Alberto Nardelli del Guardian exit poll e proiezioni danno i due schieramenti così vicini che la vittoria potrebbe essere decisa dai quattro seggi della Groenlandia e delle Faroe.

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